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Giurano le nuove reclute della Guardia Svizzera: una vocazione alla pace

Sono 36 i giovani svizzeri che hanno deciso di dedicare almeno due anni e due mesi della loro vita a proteggere il Papa. Una scelta non scontata, fatta anche di rinunce per seguire la propria vocazione. Un compito molto esigente, ha sottolineato il colonnello Christoph Graf, che ha ricordato anche la brutalit脿 della guerra in Europa

Michele Raviart - Città del Vaticano

Proteggere e difendere il Papa regnante e tutti i suoi legittimi successori, anche a rischio della propria vita. Lo hanno giurato in Aula Paolo VI le 36 nuove reclute della Guardia Svizzera Pontificia. In divisa di 鈥済ran gala鈥, quella con l鈥檃rmatura che viene indossata per la benedizione papale 鈥淯rbi et Orbi鈥 a Natale e a Pasqua. Hanno ribadito in tedesco, francese e italiano la loro scelta di difendere per almeno due anni il Pontefice, eredi di chi, proprio il 6 maggio del 1527 protesse Clemente VII dalla furia dei lanzichenecchi durante il sacco di Roma.

Al servizio della Chiesa

Una scelta 鈥渘on scontata鈥, ha sottolineato il padre Kolumban Reichlin, cappellano della Guardia prima di pronunciare la formula del giuramento davanti a monsignor Edgar Pena Parra, sostituto della Segreteria di Stato, il cardinale elvetico Kurt Koch, le autorità svizzere, tra cui il presidente della Confederazione elvetica Ignazio Cassis, ricevuto questa mattina in udienza da Papa Francesco e il presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri monsignor Felix Gmelix Gmür, vescovo di Basilea e l'abate Urban Federer del monastero di Einsiedeln. Giovani che, ha ricordato padre Reichlin 鈥渋n un鈥檈tà piena di 鈥榯empesta e impeto鈥欌 hanno deciso volontariamente di interrompere 鈥渋l percorso veloce della carriera e del buon guadagno鈥, lasciando intenzionalmente alle spalle le 鈥減ossibilità e le comodità pressoché illimitate鈥 offerte dalla Svizzera per 鈥渕ettere due anni nella pienezza della vostra vita al servizio della Chiesa鈥.

La forza della vocazione

Quello dei 36 giovani svizzeri che hanno preso servizio nella Guardia a partire dal giugno scorso è un 鈥渟ì鈥 a molte sfide. 鈥淎lla disciplina, alla conoscenza di una nuova lingua, di una nuova cultura e stile di vita, alla convivenza in uno spazio ristretto鈥, 鈥渁lla rinuncia a buona parte della sfera privata, all鈥檃utodeterminazione e all鈥檌ndipendenza鈥. È la forza della vocazione, ribadisce il cappellano, 鈥渜uando facciamo ciò che con la mente e con il cuore riconosciamo come il nostro destino originario, come ciò che è giusto e importante per noi, diventiamo anche determinati a rinunciare a molte cose piacevoli e vantaggiose鈥.

La vicinanza delle famiglie

Presenti alla cerimonia di giuramento circa seicento persone tra cui genitori, i fratelli e le sorelle delle reclute, oltre alle famiglie di quelle già sposate. 鈥淟a loro vicinanza e il loro sostegno, anche nella preghiera, è molto importante鈥, ha ricordato invece prima del giuramento il colonnello Christoph Graf, che guida la Guardia Svizzera Pontificia nei suoi compiti di sorveglianza agli ingressi in Vaticano e al Palazzo Apostolico e di ordine e rappresentanza durante le cerimonie papali e i ricevimenti di Stato. Un compito al quale è chiamato anche il 19enne Vincenzo Gigli della Svizzera italiana. 

Ascolta la testimonianza di Vincenzo Gigli, recluta della Guardia Svizzera

Uno strumento al servizio della pace

鈥淟e Guardie svolgono un servizio molto esigente鈥, ribadisce, con rinunce e sacrifici affrontabili non solo attraverso la 鈥渕entalità鈥 svizzera di 鈥渋ntegrità, affidabilità, fedeltà, tolleranza, apprezzamento reciproco e dialogo鈥, ma soprattutto vivendo i valori cristiani e facendosi plasmare da essi. Solo così la Guardia Svizzera 鈥渘on sarà solo un collaboratore per una buona convivenza鈥, ma 鈥渦no strumento al servizio della pace鈥.鈥淟a pace鈥 infatti, ricorda il colonnello Graf, 鈥è stata e continua a essere ripetutamente scossa nella maniera più crudele鈥. 鈥淢ai più la guerra!鈥 gridava la gente dopo le due devastanti guerre mondiali dello scorso secolo, sottolinea il comandante della Guardia Svizzera, mentre ora 鈥渜uel grido è stato dimenticato, ha perso vigore鈥, tanto quando il conflitto è tornato in Europa 鈥渄urante la terribile guerra dei Balcani鈥 e 鈥渁desso, di nuovo鈥, con 鈥渋mmutata brutalità鈥.

L'amore al centro di ogni valore

鈥淟a guerra però non è un crimine solo contro l鈥檜manità e il creato, ma anche contro Dio鈥, mentre l鈥檜omo è creato per amore del bene "chiamato alla preghiera鈥, sottolinea ancora il colonnello Graf, ricordando anche le parole di Papa Francesco nell鈥橢nciclica Laudato si鈥 鈥淎l Santo Padre stanno a cuore la conservazione e la guarigione del creato, il benessere generale e la dignità della persona, la giustizia e la pace. Questo obiettivo può essere raggiunto solo se ogni persona torna a orientare la propria vita ai valori fondamentali. Al centro di questi valori fondamentali non può che esserci l鈥檃more鈥.

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06 maggio 2022, 18:30