Il nuovo ecosistema digitale, tra vecchi e nuovi media
Eugenio Bonanata e Daniele D鈥橢lia 鈥� Città del Vaticano
Arriva la nuova TV nelle case degli italiani. Un processo tecnico che proprio in questi giorni sta entrando nel vivo stimolando molti interrogativi. Diverse persone, infatti, con la complicità del nuovo sistema previsto per legge a livello europeo, stanno prendendo confidenza con i nuovi apparecchi televisivi che in gergo vengono chiamati 鈥楽mart TV鈥�. Dietro questi strumenti - che hanno trasformato il mezzo televisivo in una sorta di grande tablet, con le applicazioni e le altre forme di interazione tipiche di tutti gli altri dispositivi - c鈥�è un mondo da scoprire, non solo dal punto di vista della fruizione, ma anche della produzione. 鈥淎ssistiamo all鈥檃ffermazione di nuovi modelli di business鈥�, ha affermato monsignor Dario Edoardo Viganò, vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali, nel suo intervento di apertura della conferenza annuale dell鈥橝ssociazione HD Forum Italia, organismo che riunisce 26 aziende leader nel settore dell鈥檃udiovisivo e delle telecomunicazioni, intitolata 鈥楳edia del domani: tecnologia, contenuti e consumo鈥�.
Dopo i saluti di benvenuto da parte del presidente di HDFI, Benito Manlio Mari, diretti in modo particolare al segretario del Dicastero per la Comunicazione, monsignor Lucio Ruiz, e al direttore della Direzione Tecnologica, Francesco Masci - presenti in platea - monsignor Viganò ha offerto alcune chiavi di lettura per inquadrare le dinamiche di sviluppo dell鈥檈cosistema digitale. Una delle questioni chiave, ha detto, è la 鈥淚per-profilazione degli utenti finali鈥� che si basa su una grossa mole di dati, 鈥渁ltamente attendibili e veritieri鈥�, circa i gusti e le abitudini comportamentali di ciascun spettatore. Una dinamica connessa alla possibilità - amata un po鈥� da tutti, giovani e meno giovani, soprattutto nel periodo della pandemia - di fruire contenuti audiovisivi dove e quando si vuole, superando la logica del palinsesto a cui siamo stati abituati fino ad ora.
Alla ricerca di utenti nuovi
鈥淨uesta è la forza principale delle piattaforme dominanti鈥�, ha proseguito Viganò che ha individuato la sfida dei media tradizionali: attrarre nuovi pubblici, senza trascurare quello di base. Resta il fatto, però, che l鈥檜tente televisivo non ha più contezza da dove arrivino i segnali che alimentano l鈥檃pparecchio. E tra queste vie c鈥�è anche l鈥橧nternet, che diventa il punto d鈥檌ncontro con tutti gli altri nuovi paradigmi e con tutti i nuovi soggetti operanti nel settore dell鈥檃udiovisivo, dai social alle piattaforme di distribuzione di contenuti audiovisivi.
La Tv tradizionale resta ben salda
Ma la televisione tradizionale è superata? Niente affatto secondo Viganò. 鈥淚l ruolo dei broadcaster tradizionali è ben saldo, essendo 鈥渋nsostituibili鈥� nella capacità di costruire 鈥渕ondi narrativi forti鈥�. Auspicando che la sostituzione degli apparecchi televisivi nelle abitazioni avvenga nel pieno rispetto dell鈥檃mbiente, Viganò si è detto infine 鈥渕olto sorpreso鈥� per il premio 鈥榓lla visione innovativa鈥� assegnatogli dall鈥橝ssociazione HDFI. 鈥淧er la visione strategica 鈥� si legge in particolare nelle motivazioni 鈥� messa in campo nell鈥檃vvio della grande riforma dei media vaticani, annunciata più volte nei decenni passati e finalmente iniziata per volontà di Papa Francesco con la lucida consapevolezza che la tecnologia trasforma i media sia in termini di ruolo che in termini di formati e linguaggi鈥�.
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