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La statua di San Pietro davanti alla Basilica vaticana La statua di San Pietro davanti alla Basilica vaticana 

Monda: le parole del Papa al cardinale Marx, eco dell鈥檈redit脿 di Pietro

Il direttore de L鈥橭sservatore Romano commenta la lettera con cui Francesco ha rigettato le dimissioni dell鈥檃rcivescovo di Monaco e Frisinga: un testo struggente, la sua portata sar脿 duratura

di Andrea Monda

La lettera è inviata al cardinale Reinhard Marx ma è destinata a tutti, a ciascun cattolico che oggi vive sulla terra. Oggi e domani. È facile prevedere che questa breve lettera rappresenterà uno dei testi più importanti del pontificato di Papa Francesco. con un suo figlio (che chiama 鈥渇ratello鈥 a cui 鈥渧uole bene鈥), per mezzo di una lettera che va molto al di là di una formale risposta a un vescovo che gli ha presentato le dimissioni.
 

La portata di questa lettera è grandiosa e duratura. Si tratta di un testo che va ad aumentare l鈥檈redità già molto ricca di Papa Francesco. Un鈥檈redità che si aggiunge a quella bimillenaria della Chiesa che comincia con quella di Pietro che il Papa nella lettera descrive con struggente precisione (è il passaggio più intenso e toccante dell鈥檌ntero testo): «È il cammino dello Spirito quello che dobbiamo seguire, e il punto di partenza è la confessione umile: ci siamo sbagliati, abbiamo peccato. Non ci salveranno le inchieste né il potere delle istituzioni. Non ci salverà il prestigio della nostra Chiesa che tende a dissimulare i suoi peccati; non ci salverà né il potere del denaro né l鈥檕pinione dei media (tante volte siamo troppo dipendenti da questi). Ci salverà la porta dell鈥橴nico che può farlo e confessare la nostra nudità: 鈥淗o peccato鈥, 鈥渁bbiamo peccato鈥濃  e piangere e balbettare come possiamo quell鈥欌渁llontanati da me che sono un peccatore鈥, eredità che il primo Papa ha lasciato ai Papi e ai Vescovi della Chiesa. E allora sentiremo quella vergogna guaritrice che apre le porte alla compassione e alla tenerezza del Signore che ci è sempre vicino».

Piangere e balbettare la propria indegnità: ecco l鈥檈redità di Pietro che Francesco fa sua e offre all鈥檃ttenzione di ogni fedele cattolico. Passa di qui anche ogni vera riforma della Chiesa. Lo ricorda il Papa menzionando implicitamente la scia dei suoi predecessori che hanno già assunto l鈥檈redità del primo Papa, il pescatore di Cafarnao: «Il 鈥渕ea culpa鈥 davanti a tanti errori storici del passato lo abbiamo fatto più di una volta dinanzi a molte situazioni anche se non abbiamo partecipato di persona a quella congiuntura storica. E questo stesso atteggiamento ci viene chiesto oggi. Ci viene chiesta una riforma, che 鈥 in questo caso 鈥 non consiste in parole, ma in atteggiamenti che abbiano il coraggio di entrare in crisi, di accettare la realtà qualunque sia la conseguenza. E ogni riforma comincia da sé stessi. La riforma nella Chiesa l鈥檋anno fatto uomini e donne che non hanno avuto paura di entrare in crisi e lasciarsi riformare dal Signore. È l鈥檜nico cammino, altrimenti non saremo altro che 鈥渋deologi di riforme鈥 che non mettono in gioco la propria carne».

Il 12 marzo 2000, durante l鈥檃nno del grande Giubileo la Chiesa pronunciò per bocca di san Giovanni Paolo ii un solenne 鈥渕ea culpa鈥 e chiese perdono dei tanti peccati compiuti nella storia dicendo tra l鈥檃ltro: «Per la parte che ciascuno di noi, con i suoi comportamenti, ha avuto in questi mali, contribuendo a deturpare il volto della Chiesa, chiediamo umilmente perdono». Anche all鈥檈poca ci fu chi polemizzò per quella richiesta di perdono, così come ci furono critiche rispetto alla 鈥渧ia penitenziale鈥 intrapresa da Benedetto xvi di fronte all鈥檈mergere in diverse parti del mondo degli scandali degli abusi, la via lungo la quale oggi sta proseguendo Francesco, una strada che coincide con «il cammino dello Spirito». Quelli che ora come allora non capiscono e polemizzano sono gli 鈥渋deologi鈥 che hanno progetti di riforma e si dimenticano la vera riforma, l鈥檜nica possibile, come spiega bene Papa Francesco: «Il Signore non ha mai accettato di fare 鈥渓a riforma鈥 (mi si permetta l鈥檈spressione) né con il progetto fariseo, né con quello sadduceo o zelota o esseno. Ma l鈥檋a fatta con la sua vita, con la sua storia, con la sua carne sulla croce». Ecco la forza della Chiesa, la croce, l鈥檜nico luogo dove Gesù viene riconosciuto come re e come figlio di Dio. Ecco la nostra eredità di figli di Dio, guidati amorevolmente dal pastore successore di Pietro.

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11 giugno 2021, 15:58