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Amoris laetitia, famiglia 猫 luce nel buio del mondo

Ogni mese, per 10 puntate, un video con le riflessioni del Papa e testimonianze di famiglie di ogni parte del mondo - realizzato in collaborazione tra il Dicastero Laici Famiglia e Vita e SA国际传媒 - aiuta a rileggere l'Esortazione apostolica, con il contributo di un sussidio scaricabile per l'approfondimento personale e comunitario. Perch茅 essere famiglia, ricorda Francesco, 猫 sempre "principalmente un'opportunit脿"


(n. 58-88)

 

LO SGUARDO RIVOLTO A GESÙ: LA VOCAZIONE DELLA FAMIGLIA

58. Davanti alle famiglie e in mezzo ad esse deve sempre nuovamente risuonare il primo annuncio, ciò che è «più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario», e «deve occupare il centro dell鈥檃ttività evangelizzatrice». È l鈥檃nnuncio principale, «quello che si deve sempre tornare ad ascoltare in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annunciare durante la catechesi in una forma o nell鈥檃ltra». Perché «non c鈥è nulla di più solido, di più profondo, di più sicuro, di più consistente e di più saggio di tale annuncio» e «tutta la formazione cristiana è prima di tutto l鈥檃pprofondimento del kerygma».
 

59. Il nostro insegnamento sul matrimonio e la famiglia non può cessare di ispirarsi e di trasfigurarsi alla luce di questo annuncio di amore e di tenerezza, per non diventare mera difesa di una dottrina fredda e senza vita. Infatti, non si può neppure comprendere pienamente il mistero della famiglia cristiana se non alla luce dell鈥檌nfinito amore del Padre, che si è manifestato in Cristo, il quale si è donato sino alla fine ed è vivo in mezzo a noi. Perciò desidero contemplare Cristo vivente che è presente in tante storie d鈥檃more, e invocare il fuoco dello Spirito su tutte le famiglie del mondo.

60. Entro tale quadro, questo breve capitolo raccoglie una sintesi dell鈥檌nsegnamento della Chiesa sul matrimonio e la famiglia. Anche a questo riguardo citerò diversi contributi presentati dai Padri sinodali nelle loro considerazioni sulla luce che ci offre la fede. Essi sono partiti dallo sguardo di Gesù e hanno indicato che Egli «ha guardato alle donne e agli uomini che ha incontrato con amore e tenerezza, accompagnando i loro passi con verità, pazienza e misericordia, nell鈥檃nnunciare le esigenze del Regno di Dio». Allo stesso modo, il Signore ci accompagna oggi nel nostro impegno per vivere e trasmettere il Vangelo della famiglia.

Gesù recupera e porta a compimento il progetto divino

61. Di fronte a quelli che proibivano il matrimonio, il Nuovo Testamento insegna che «ogni creazione di Dio è buona e nulla va rifiutato» (1 Tm 4,4). Il matrimonio è un «dono» del Signore (cfr 1 Cor 7,7). Nello stesso tempo, a causa di tale valutazione positiva, si pone un forte accento sull鈥檃vere cura di questo dono divino: «Il matrimonio sia rispettato da tutti e il letto nuziale sia senza macchia» (Eb 13,4). Tale dono di Dio include la sessualità: «Non rifiutatevi l鈥檜n l鈥檃ltro» (1 Cor 7,5).

62. I Padri sinodali hanno ricordato che Gesù, «riferendosi al disegno primigenio sulla coppia umana, riafferma l鈥檜nione indissolubile tra l鈥檜omo e la donna, pur dicendo che 鈥減er la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così鈥 (Mt 19,8). L鈥檌ndissolubilità del matrimonio (鈥淨uello dunque che Dio ha congiunto, l鈥檜omo non lo separi鈥: Mt 19,6), non è innanzitutto da intendere come 鈥済iogo鈥 imposto agli uomini, bensì come un 鈥渄ono鈥 fatto alle persone unite in matrimonio. [鈥 La condiscendenza divina accompagna sempre il cammino umano, guarisce e trasforma il cuore indurito con la sua grazia, orientandolo verso il suo principio, attraverso la via della croce. Dai Vangeli emerge chiaramente l鈥檈sempio di Gesù, che [鈥 annunciò il messaggio concernente il significato del matrimonio come pienezza della rivelazione che recupera il progetto originario di Dio (cfr Mt 19,3)».

63. «Gesù, che ha riconciliato ogni cosa in sé, ha riportato il matrimonio e la famiglia alla loro forma originale (cfr Mc 10,1-12). La famiglia e il matrimonio sono stati redenti da Cristo (cfr Ef 5,21-32), restaurati a immagine della Santissima Trinità, mistero da cui scaturisce ogni vero amore. L鈥檃lleanza sponsale, inaugurata nella creazione e rivelata nella storia della salvezza, riceve la piena rivelazione del suo significato in Cristo e nella sua Chiesa. Da Cristo attraverso la Chiesa, il matrimonio e la famiglia ricevono la grazia necessaria per testimoniare l'amore di Dio e vivere la vita di comunione. Il Vangelo della famiglia attraversa la storia del mondo sin dalla creazione dell鈥檜omo ad immagine e somiglianza di Dio (cfr Gen 1,26-27) fino al compimento del mistero dell鈥橝lleanza in Cristo alla fine dei secoli con le nozze dell鈥橝gnello (cfr Ap 19,9)».

64. «L鈥檈sempio di Gesù è paradigmatico per la Chiesa. [鈥 Egli ha inaugurato la sua vita pubblica con il segno di Cana, compiuto ad un banchetto di nozze (cfr Gv 2,1-11). [鈥 Ha condiviso momenti quotidiani di amicizia con la famiglia di Lazzaro e le sue sorelle (cfr Lc 10,38) e con la famiglia di Pietro (cfr Mt 8,14). Ha ascoltato il pianto dei genitori per i loro figli, restituendoli alla vita (cfr Mc 5,41; Lc 7,14-15) e manifestando così il vero significato della misericordia, la quale implica il ristabilimento dell鈥橝lleanza (cfr Giovanni Paolo II, , 4). Ciò appare chiaramente negli incontri con la donna samaritana (cfr Gv 4,1-30) e con l鈥檃dultera (cfr Gv 8,1-11), nei quali la percezione del peccato si desta davanti all鈥檃more gratuito di Gesù».

65. L鈥檌ncarnazione del Verbo in una famiglia umana, a Nazaret, commuove con la sua novità la storia del mondo. Abbiamo bisogno di immergerci nel mistero della nascita di Gesù, nel sì di Maria all鈥檃nnuncio dell鈥檃ngelo, quando venne concepita la Parola nel suo seno; anche nel sì di Giuseppe, che ha dato il nome a Gesù e si fece carico di Maria; nella festa dei pastori al presepe; nell鈥檃dorazione dei Magi; nella fuga in Egitto, in cui Gesù partecipa al dolore del suo popolo esiliato, perseguitato e umiliato; nella religiosa attesa di Zaccaria e nella gioia che accompagna la nascita di Giovanni Battista; nella promessa compiuta per Simeone e Anna nel tempio; nell鈥檃mmirazione dei dottori della legge mentre ascoltano la saggezza di Gesù adolescente. E quindi penetrare nei trenta lunghi anni nei quali Gesù si guadagnò il pane lavorando con le sue mani, sussurrando le orazioni e la tradizione credente del suo popolo ed educandosi nella fede dei suoi padri, fino a farla fruttificare nel mistero del Regno. Questo è il mistero del Natale e il segreto di Nazaret, pieno di profumo di famiglia! E鈥 il mistero che tanto ha affascinato Francesco di Assisi, Teresa di Gesù Bambino e Charles de Foucauld, e al quale si dissetano anche le famiglie cristiane per rinnovare la loro speranza e la loro gioia.

66. «L鈥檃lleanza di amore e fedeltà, di cui vive la Santa Famiglia di Nazaret, illumina il principio che dà forma ad ogni famiglia, e la rende capace di affrontare meglio le vicissitudini della vita e della storia. Su questo fondamento, ogni famiglia, pur nella sua debolezza, può diventare una luce nel buio del mondo. 鈥淨ui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazaret ci ricordi che cos鈥è la famiglia, cos鈥è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro e inviolabile; ci faccia vedere come è dolce ed insostituibile l鈥檈ducazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell鈥檕rdine sociale鈥 (Paolo VI, Discorso a Nazaret, 5 gennaio 1964)».

La famiglia nei documenti della Chiesa

67. Il , nella Costituzione pastorale , si è occupato della promozione della dignità del matrimonio e della famiglia (cfr nn. 47-52). «Esso ha definito il matrimonio come comunità di vita e di amore (cfr 48), mettendo l鈥檃more al centro della famiglia [鈥. Il 鈥渧ero amore tra marito e moglie鈥 (49) implica la mutua donazione di sé, include e integra la dimensione sessuale e l鈥檃ffettività, corrispondendo al disegno divino (cfr 48-49). Inoltre sottolinea il radicamento in Cristo degli sposi: Cristo Signore 鈥渧iene incontro ai coniugi cristiani nel sacramento del matrimonio鈥 (48) e con loro rimane. Nell鈥檌ncarnazione, Egli assume l鈥檃more umano, lo purifica, lo porta a pienezza, e dona agli sposi, con il suo Spirito, la capacità di viverlo, pervadendo tutta la loro vita di fede, speranza e carità. In questo modo gli sposi sono come consacrati e, mediante una grazia propria, edificano il Corpo di Cristo e costituiscono una Chiesa domestica (cfr , 11), così che la Chiesa, per comprendere pienamente il suo mistero, guarda alla famiglia cristiana, che lo manifesta in modo genuino».

68. In seguito, «il beato , sulla scia del Concilio Vaticano II, ha approfondito la dottrina sul matrimonio e sulla famiglia. In particolare, con l鈥橢nciclica , ha messo in luce il legame intrinseco tra amore coniugale e generazione della vita: 鈥淟鈥檃more coniugale richiede dagli sposi che essi conoscano convenientemente la loro missione di paternità responsabile, sulla quale oggi a buon diritto tanto si insiste e che va anch鈥檈ssa esattamente compresa. [鈥 L鈥檈sercizio responsabile della paternità implica dunque che i coniugi riconoscano i propri doveri verso Dio, verso se stessi, verso la famiglia e verso la società, in una giusta gerarchia dei valori» (n. 10). Nell鈥橢sortazione Apostolica , Paolo VI ha evidenziato il rapporto tra la famiglia e la Chiesa».

69. «San  ha dedicato alla famiglia una particolare attenzione attraverso le sue catechesi sull鈥檃more umano, la  e soprattutto con l鈥橢sortazione apostolica . In tali documenti, il Pontefice ha definito la famiglia 鈥渧ia della Chiesa鈥; ha offerto una visione d鈥檌nsieme sulla vocazione all鈥檃more dell鈥檜omo e della donna; ha proposto le linee fondamentali per la pastorale della famiglia e per la presenza della famiglia nella società. In particolare, trattando della carità coniugale (cfr , 13), ha descritto il modo in cui i coniugi, nel loro mutuo amore, ricevono il dono dello Spirito di Cristo e vivono la loro chiamata alla santità».

70. «, nell鈥橢nciclica , ha ripreso il tema della verità dell鈥檃more tra uomo e donna, che s鈥檌llumina pienamente solo alla luce dell鈥檃more di Cristo crocifisso (cfr 2). Egli ribadisce come 鈥渋l matrimonio basato su un amore esclusivo e definitivo diventa l鈥檌cona del rapporto di Dio con il suo popolo e viceversa: il modo di amare di Dio diventa la misura dell鈥檃more umano鈥 (11). Inoltre, nell鈥橢nciclica , evidenzia l鈥檌mportanza dell鈥檃more come principio di vita nella società (cfr 44), luogo in cui s鈥檌mpara l鈥檈sperienza del bene comune».

Il sacramento del matrimonio

71. «La Scrittura e la Tradizione ci aprono l鈥檃ccesso a una conoscenza della Trinità che si rivela con tratti familiari. La famiglia è immagine di Dio, che [鈥 è comunione di persone. Nel battesimo, la voce del Padre designa Gesù come suo Figlio amato, e in questo amore ci è dato di riconoscere lo Spirito Santo (cfr Mc 1,10-11). Gesù, che ha riconciliato ogni cosa in sé e ha redento l鈥檜omo dal peccato, non solo ha riportato il matrimonio e la famiglia alla loro forma originale, ma ha anche elevato il matrimonio a segno sacramentale del suo amore per la Chiesa (cfr Mt 19,1-12; Mc 10,1-12; Ef 5,21-32). Nella famiglia umana, radunata da Cristo, è restituita la 鈥渋mmagine e somiglianza鈥 della Santissima Trinità (cfr Gen 1,26), mistero da cui scaturisce ogni vero amore. Da Cristo, attraverso la Chiesa, il matrimonio e la famiglia ricevono la grazia dello Spirito Santo, per testimoniare il Vangelo dell鈥檃more di Dio».

72. Il sacramento del matrimonio non è una convenzione sociale, un rito vuoto o il mero segno esterno di un impegno. Il sacramento è un dono per la santificazione e la salvezza degli sposi, perché «la loro reciproca appartenenza è la rappresentazione reale, per il tramite del segno sacramentale, del rapporto stesso di Cristo con la Chiesa. Gli sposi sono pertanto il richiamo permanente per la Chiesa di ciò che è accaduto sulla Croce; sono l鈥檜no per l鈥檃ltra, e per i figli, testimoni della salvezza, di cui il sacramento li rende partecipi». Il matrimonio è una vocazione, in quanto è una risposta alla specifica chiamata a vivere l鈥檃more coniugale come segno imperfetto dell鈥檃more tra Cristo e la Chiesa. Pertanto, la decisione di sposarsi e di formare una famiglia dev鈥檈ssere frutto di un discernimento vocazionale.

73. «Il dono reciproco costitutivo del matrimonio sacramentale è radicato nella grazia del battesimo che stabilisce l鈥檃lleanza fondamentale di ogni persona con Cristo nella Chiesa. Nella reciproca accoglienza e con la grazia di Cristo i nubendi si promettono dono totale, fedeltà e apertura alla vita, essi riconoscono come elementi costitutivi del matrimonio i doni che Dio offre loro, prendendo sul serio il loro vicendevole impegno, in suo nome e di fronte alla Chiesa. Ora, nella fede è possibile assumere i beni del matrimonio come impegni meglio sostenibili mediante l鈥檃iuto della grazia del sacramento. [鈥 Pertanto, lo sguardo della Chiesa si volge agli sposi come al cuore della famiglia intera che volge anch鈥檈ssa lo sguardo verso Gesù». Il sacramento non è una 鈥渃osa鈥 o una 鈥渇orza鈥, perché in realtà Cristo stesso «viene incontro ai coniugi cristiani attraverso il sacramento del matrimonio. Egli rimane con loro, dà loro la forza di seguirlo prendendo su di sé la propria croce, di rialzarsi dopo le loro cadute, di perdonarsi vicendevolmente, di portare gli uni i pesi degli altri». Il matrimonio cristiano è un segno che non solo indica quanto Cristo ha amato la sua Chiesa nell鈥橝lleanza sigillata sulla Croce, ma rende presente tale amore nella comunione degli sposi. Unendosi in una sola carne rappresentano lo sposalizio del Figlio di Dio con la natura umana. Per questo «nelle gioie del loro amore e della loro vita familiare egli concede loro, fin da quaggiù, una pregustazione del banchetto delle nozze dell鈥橝gnello». Benché «l鈥檃nalogia tra la coppia marito-moglie e quella Cristo-Chiesa» sia una «analogia imperfetta», essa invita ad invocare il Signore perché riversi il suo amore dentro i limiti delle relazioni coniugali.

74. L鈥檜nione sessuale, vissuta in modo umano e santificata dal sacramento, è a sua volta per gli sposi via di crescita nella vita della grazia. È il «mistero nuziale». Il valore dell鈥檜nione dei corpi è espresso nelle parole del consenso, dove i coniugi si sono accolti e si sono donati reciprocamente per condividere tutta la vita. Queste parole conferiscono un significato alla sessualità, liberandola da qualsiasi ambiguità. Tuttavia, in realtà, tutta la vita in comune degli sposi, tutta la rete delle relazioni che tesseranno tra loro, con i loro figli e con il mondo, sarà impregnata e irrobustita dalla grazia del sacramento che sgorga dal mistero dell鈥橧ncarnazione e della Pasqua, in cui Dio ha espresso tutto il suo amore per l鈥檜manità e si è unito intimamente ad essa. Non saranno mai soli con le loro forze ad affrontare le sfide che si presentano. Essi sono chiamati a rispondere al dono di Dio con il loro impegno, la loro creatività, la loro resistenza e lotta quotidiana, ma potranno sempre invocare lo Spirito Santo che ha consacrato la loro unione, perché la grazia ricevuta si manifesti nuovamente in ogni nuova situazione.

75. Secondo la tradizione latina della Chiesa, nel sacramento del matrimonio i ministri sono l鈥檜omo e la donna che si sposano, i quali, manifestando il loro mutuo consenso ed esprimendolo nel reciproco dono corporale, ricevono un grande dono. Il loro consenso e l鈥檜nione dei corpi sono gli strumenti dell鈥檃zione divina che li rende una sola carne. Nel Battesimo è stata consacrata la loro capacità di unirsi in matrimonio come ministri del Signore per rispondere alla chiamata di Dio. Pertanto, quando due coniugi non cristiani ricevono il Battesimo, non è necessario che rinnovino la promessa matrimoniale ed è sufficiente che non la rifiutino, dal momento che, a causa del Battesimo che ricevono, la loro unione diventa per ciò stesso sacramentale. Il Diritto Canonico riconosce anche la validità di alcuni matrimoni che si celebrano senza un ministro ordinato. Infatti l鈥檕rdine naturale è stato assunto dalla redenzione di Gesù Cristo, in maniera tale che «tra i battezzati, non può sussistere un valido contratto matrimoniale, che non sia per ciò stesso sacramento». La Chiesa può esigere che l鈥檃tto sia pubblico, la presenza di testimoni e altre condizioni che sono mutate nel corso della storia, però questo non toglie ai due sposi il loro carattere di ministri del sacramento, né diminuisce la centralità del consenso dell鈥檜omo e della donna, che è ciò che di per sé stabilisce il vincolo sacramentale. In ogni caso, abbiamo bisogno di riflettere ulteriormente circa l鈥檃zione divina nel rito nuziale, che è posta in grande risalto nelle Chiese orientali, con l鈥檃ttribuire particolare importanza alla benedizione dei contraenti come segno del dono dello Spirito.

Semi del Verbo e situazioni imperfette

76. «Il Vangelo della famiglia nutre pure quei semi che ancora attendono di maturare, e deve curare quegli alberi che si sono inariditi e necessitano di non essere trascurati», in modo che, partendo dal dono di Cristo nel sacramento, «siano pazientemente condotti oltre, giungendo ad una conoscenza più ricca e ad una integrazione più piena di questo Mistero nella loro vita».

77. Assumendo l鈥檌nsegnamento biblico secondo il quale tutto è stato creato da Cristo e in vista di Cristo (cfr Col 1,16), i Padri sinodali hanno ricordato che «l鈥檕rdine della redenzione illumina e compie quello della creazione. Il matrimonio naturale, pertanto, si comprende pienamente alla luce del suo compimento sacramentale: solo fissando lo sguardo su Cristo si conosce fino in fondo la verità sui rapporti umani. 鈥淚n realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell鈥檜omo. [鈥 Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l鈥檜omo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione鈥 (, 22). Risulta particolarmente opportuno comprendere in chiave cristocentrica le proprietà naturali del matrimonio, che costituiscono il bene dei coniugi (bonum coniugum)», che comprende l鈥檜nità, l鈥檃pertura alla vita, la fedeltà e l鈥檌ndissolubilità, e all鈥檌nterno del matrimonio cristiano anche l鈥檃iuto reciproco nel cammino verso una più piena amicizia con il Signore. «Il discernimento della presenza dei semina Verbi nelle altre culture (cfr , 11) può essere applicato anche alla realtà matrimoniale e familiare. Oltre al vero matrimonio naturale ci sono elementi positivi presenti nelle forme matrimoniali di altre tradizioni religiose», benché non manchino neppure le ombre. Possiamo affermare che «ogni persona che desideri formare in questo mondo una famiglia che insegni ai figli a gioire per ogni azione che si proponga di vincere il male 鈥 una famiglia che mostri che lo Spirito è vivo e operante 鈥, troverà la gratitudine e la stima, a qualunque popolo, religione o regione appartenga».

78. «Lo sguardo di Cristo, la cui luce rischiara ogni uomo (cfr Gv 1,9; , 22) ispira la cura pastorale della Chiesa verso i fedeli che semplicemente convivono o che hanno contratto matrimonio soltanto civile o sono divorziati risposati. Nella prospettiva della pedagogia divina, la Chiesa si volge con amore a coloro che partecipano alla sua vita in modo imperfetto: invoca con essi la grazia della conversione, li incoraggia a compiere il bene, a prendersi cura con amore l鈥檜no dell鈥檃ltro e a mettersi al servizio della comunità nella quale vivono e lavorano. [鈥 Quando l鈥檜nione raggiunge una notevole stabilità attraverso un vincolo pubblico 鈥 ed è connotata da affetto profondo, da responsabilità nei confronti della prole, da capacità di superare le prove 鈥 può essere vista come un鈥檕ccasione da accompagnare verso il sacramento del matrimonio, laddove questo sia possibile».

79. «Di fronte a situazioni difficili e a famiglie ferite, occorre sempre ricordare un principio generale: 鈥淪appiano i pastori che, per amore della verità, sono obbligati a ben discernere le situazioni鈥 (, 84). Il grado di responsabilità non è uguale in tutti i casi, e possono esistere fattori che limitano la capacità di decisione. Perciò, mentre va espressa con chiarezza la dottrina, sono da evitare giudizi che non tengono conto della complessità delle diverse situazioni, ed è necessario essere attenti al modo in cui le persone vivono e soffrono a motivo della loro condizione».

La trasmissione della vita e l鈥檈ducazione dei figli

80. Il matrimonio è in primo luogo una «intima comunità di vita e di amore coniugale» che costituisce un bene per gli stessi sposi, e la sessualità «è ordinata all鈥檃more coniugale dell鈥檜omo e della donna». Perciò anche «i coniugi ai quali Dio non ha concesso di avere figli, possono nondimeno avere una vita coniugale piena di senso, umanamente e cristianamente». Ciò nonostante, questa unione è ordinata alla generazione «per la sua stessa natura». Il bambino che nasce «non viene ad aggiungersi dall鈥檈sterno al reciproco amore degli sposi; sboccia al cuore stesso del loro mutuo dono, di cui è frutto e compimento». Non giunge come alla fine di un processo, ma invece è presente dall鈥檌nizio del loro amore come una caratteristica essenziale che non può venire negata senza mutilare lo stesso amore. Fin dall鈥檌nizio l鈥檃more rifiuta ogni impulso di chiudersi in sé stesso e si apre a una fecondità che lo prolunga oltre la sua propria esistenza. Dunque nessun atto genitale degli sposi può negare questo significato, benché per diverse ragioni non sempre possa di fatto generare una nuova vita.

81. Il figlio chiede di nascere da un tale amore e non in qualsiasi modo, dal momento che egli «non è qualcosa di dovuto ma un dono», che è «il frutto dello specifico atto dell鈥檃more coniugale dei suoi genitori». Perché «secondo l鈥檕rdine della creazione l鈥檃more coniugale tra un uomo e una donna e la trasmissione della vita sono ordinati l鈥檜no all鈥檃ltra (cfr Gen 1,27-28). In questo modo il Creatore ha reso partecipi l鈥檜omo e la donna dell鈥檕pera della sua creazione e li ha contemporaneamente resi strumenti del suo amore, affidando alla loro responsabilità il futuro dell鈥檜manità attraverso la trasmissione della vita umana».

82. I Padri sinodali hanno affermato che «non è difficile constatare il diffondersi di una mentalità che riduce la generazione della vita a una variabile della progettazione individuale o di coppia». L鈥檌nsegnamento della Chiesa «aiuta a vivere in maniera armoniosa e consapevole la comunione tra i coniugi, in tutte le sue dimensioni, insieme alla responsabilità generativa. Va riscoperto il messaggio dell鈥橢nciclica  di Paolo VI, che sottolinea il bisogno di rispettare la dignità della persona nella valutazione morale dei metodi di regolazione della natalità [鈥 La scelta dell鈥檃dozione e dell鈥檃ffido esprime una particolare fecondità dell鈥檈sperienza coniugale». Con particolare gratitudine, la Chiesa «sostiene le famiglie che accolgono, educano e circondano del loro affetto i figli diversamente abili».

83. In questo contesto, non posso non affermare che, se la famiglia è il santuario della vita, il luogo dove la vita è generata e curata, costituisce una lacerante contraddizione il fatto che diventi il luogo dove la vita viene negata e distrutta. È così grande il valore di una vita umana, ed è così inalienabile il diritto alla vita del bambino innocente che cresce nel seno di sua madre, che in nessun modo è possibile presentare come un diritto sul proprio corpo la possibilità di prendere decisioni nei confronti di tale vita, che è un fine in sé stessa e che non può mai essere oggetto di dominio da parte di un altro essere umano. La famiglia protegge la vita in ogni sua fase e anche al suo tramonto. Perciò «a coloro che operano nelle strutture sanitarie si rammenta l鈥檕bbligo morale dell鈥檕biezione di coscienza. Allo stesso modo, la Chiesa non solo sente l鈥檜rgenza di affermare il diritto alla morte naturale, evitando l鈥檃ccanimento terapeutico e l鈥檈utanasia», ma «rigetta fermamente la pena di morte».

84. I Padri hanno voluto sottolineare anche che «una delle sfide fondamentali di fronte a cui si trovano le famiglie oggi è sicuramente quella educativa, resa più impegnativa e complessa dalla realtà culturale attuale e della grande influenza dei media». «La Chiesa svolge un ruolo prezioso di sostegno alle famiglie, partendo dall'iniziazione cristiana, attraverso comunità accoglienti». Tuttavia mi sembra molto importante ricordare che l鈥檈ducazione integrale dei figli è «dovere gravissimo» e allo stesso tempo «diritto primario» dei genitori. Non si tratta solamente di un鈥檌ncombenza o di un peso, ma anche di un diritto essenziale e insostituibile che sono chiamati a difendere e che nessuno dovrebbe pretendere di togliere loro. Lo Stato offre un servizio educativo in maniera sussidiaria, accompagnando la funzione non delegabile dei genitori, che hanno il diritto di poter scegliere con libertà il tipo di educazione 鈥 accessibile e di qualità 鈥 che intendono dare ai figli secondo le proprie convinzioni. La scuola non sostituisce i genitori bensì è ad essi complementare. Questo è un principio basilare: «Qualsiasi altro collaboratore nel processo educativo deve agire in nome dei genitori, con il loro consenso e, in una certa misura, anche su loro incarico». Tuttavia «si è aperta una frattura tra famiglia e società, tra famiglia e scuola, il patto educativo oggi si è rotto; e così, l鈥檃lleanza educativa della società con la famiglia è entrata in crisi».

85. La Chiesa è chiamata a collaborare, con un鈥檃zione pastorale adeguata, affinché gli stessi genitori possano adempiere la loro missione educativa. Deve farlo aiutandoli sempre a valorizzare il loro ruolo specifico, e a riconoscere che coloro che hanno ricevuto il sacramento del matrimonio diventano veri ministri educativiperché nel formare i loro figli edificano la Chiesa, e nel farlo accettano una vocazione che Dio propone loro.

La famiglia e la Chiesa

86. «Con intima gioia e profonda consolazione, la Chiesa guarda alle famiglie che restano fedeli agli insegnamenti del Vangelo, ringraziandole e incoraggiandole per la testimonianza che offrono. Grazie ad esse, infatti, è resa credibile la bellezza del matrimonio indissolubile e fedele per sempre. Nella famiglia, 鈥渃he si potrebbe chiamare Chiesa domestica鈥 (, 11), matura la prima esperienza ecclesiale della comunione tra persone, in cui si riflette, per grazia, il mistero della Santa Trinità. 鈥È qui che si apprende la fatica e la gioia del lavoro, l鈥檃more fraterno, il perdono generoso, sempre rinnovato, e soprattutto il culto divino attraverso la preghiera e l鈥檕fferta della propria vita鈥 (, 1657)».

87. La Chiesa è famiglia di famiglie, costantemente arricchita dalla vita di tutte le Chiese domestiche. Pertanto, «in virtù del sacramento del matrimonio ogni famiglia diventa a tutti gli effetti un bene per la Chiesa. In questa prospettiva sarà certamente un dono prezioso, per l鈥檕ggi della Chiesa, considerare anche la reciprocità tra famiglia e Chiesa: la Chiesa è un bene per la famiglia, la famiglia è un bene per la Chiesa. La custodia del dono sacramentale del Signore coinvolge non solo la singola famiglia, ma la stessa comunità cristiana».

88. L鈥檃more vissuto nelle famiglie è una forza permanente per la vita della Chiesa. «Il fine unitivo del matrimonio è un costante richiamo al crescere e all鈥檃pprofondirsi di questo amore. Nella loro unione di amore gli sposi sperimentano la bellezza della paternità e della maternità; condividono i progetti e le fatiche, i desideri e le preoccupazioni; imparano la cura reciproca e il perdono vicendevole. In questo amore celebrano i loro momenti felici e si sostengono nei passaggi difficili della loro storia di vita [鈥 La bellezza del dono reciproco e gratuito, la gioia per la vita che nasce e la cura amorevole di tutti i membri, dai piccoli agli anziani, sono alcuni dei frutti che rendono unica e insostituibile la risposta alla vocazione della famiglia», tanto per la Chiesa quanto per l鈥檌ntera società.

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31 maggio 2021, 15:00