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Il Papa durante la preghiera per la Pace del 27 ottobre 2023 Il Papa durante la preghiera per la Pace del 27 ottobre 2023

Sognando la pace, le parole dei Papi dopo le guerre

Nel secondo anniversario dello scoppio della guerra in Ucraina ripercorriamo, attraverso le parole dei Pontefici, alcuni momenti in cui 猫 finalmente arrivata, dopo tragici avvenimenti, l鈥檕ra di accogliere la riconciliazione e di avviare un cammino di ricostruzione non solo materiale. L鈥檃uspicio 猫 che in questo solco segnato da eventi bellici sia possibile raggiungere presto il dono della pace in Ucraina e in tutte le terre scosse da conflitti

Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano

Sono passati due anni dallo scoppio della guerra in Ucraina. Ripercorrere gli orrori di questi ventiquattro mesi significa vedere, attraverso anche il drammatico bilancio delle vittime, il volto di una tragedia che ancora insanguina l鈥橢uropa. Dall鈥檌nizio dell鈥檌nvasione, da parte delle forze militari della Russia, sono almeno 500 mila - secondo varie fonti - i soldati russi e ucraini morti o feriti nei campi di battaglia. In base a dati diffusi dalle Nazioni Unite, sono oltre 10 mila i civili rimasti uccisi e 18.500 i feriti. Hanno inoltre lasciato l鈥橴craina più di 6,4 milioni di persone. 鈥淯na inutile strage鈥, citando le parole utilizzate da Papa Benedetto XV nella  indirizzata nel 1917 ai capi dei popoli belligeranti, che ancora attende l鈥檜nico epilogo veramente desiderabile, quello della pace.

Abissi di dolore prima della pace

La guerra in Ucraina è una pagina drammatica come tante altre catastrofi innescate da conflitti che flagellano l鈥檌ntera storia dell鈥檜manità. Quando si persegue la dolorosa via delle armi, interi popoli vengono sfigurati e dilaniati dall鈥檕dio. Una "follia" - come definita in più occasioni da Papa Francesco - che ha devastato molti frangenti anche del secolo scorso e di questo inizio del terzo millennio. Ma di fronte a questi abissi di dolore, gli occhi dell鈥檜omo non possono chiudere lo sguardo verso la speranza. Dopo atroci sofferenze, arriva prima o poi - finalmente - l鈥檕ra in cui si può accogliere il dono della pace. Dopo cumuli di vittime e di macerie, giunge il momento in cui germoglia la riconciliazione: nasce quell鈥檌stante in cui prevalgono gli sforzi per il dialogo e per la ricostruzione, non le armi. Sono molteplici questi frangenti storici, a lungo attesi, in cui sono risuonate, dopo la fine di una guerra, le riflessioni dei Pontefici. Spesso sono parole pronunciate per esortare a non dimenticare gli orrori appena vissuti e per costruire una nuova era, capace di scongiurare nuove distruzioni e di promuovere una vera fratellanza.

Gli effetti della guerra in Ucraina (Afp)
Gli effetti della guerra in Ucraina (Afp)

Prima Guerra mondiale, Benedetto XV: alba dopo odio brutale

Uno di questi momenti storici, scanditi dai frutti della pace, si vive l鈥11 novembre del 1918, quando termina la Prima Guerra mondiale, una tragedia che ha provocato oltre 37 milioni di morti. Alla vigilia della solennità del Natale di quell鈥檃nno, Benedetto XV  ricorda questo drammatico capitolo della storia: 鈥淪ull鈥檃ltura del Vaticano - afferma il Pontefice - sono giunte purtroppo le grida dolenti di questi anni di guerra". Fu perciò "con stimolo, ma anche con misura, di Padre" che, prosegue Papa della Chiesa, "deplorammo e condannammo gli eccessi dell鈥檕dio brutale" e con i "nostri sforzi" cercammo di "affrettare l鈥檃lba della pace, richiamando i princìpi della immutabile (...) giustizia di Cristo鈥.

Soldati in trincea durante la prima guerra mondiale (foto d'archivio)
Soldati in trincea durante la prima guerra mondiale (foto d'archivio)

Pio XII dopo la II guerra mondiale: sorga un nuovo universo

L鈥8 maggio del 1945 si conclude in Europa il secondo conflitto mondiale costato la vita complessivamente ad almeno 55 milioni di persone. Il giorno seguente, nel , Papa Pio XII sottolinea che 鈥渓a guerra ha accumulato tutto un caos di rovine, rovine materiali e rovine morali, come mai il genere umano non ne ha conosciute nel corso di tutta la sua storia鈥. Lo sguardo del Pontefice è innanzitutto rivolto alle 鈥渢ombe, ai burroni sconvolti e rossi di sangue, ove riposano le innumerevoli spoglie di coloro che son caduti vittime dei combattimenti o dei massacri disumani, della fame o della miseria鈥. Sembra che i caduti, aggiunge Papa Pacelli, 鈥渁mmoniscano i superstiti dell'immane flagello鈥 e dicano loro: 鈥淪organo dalle nostre ossa e dai nostri sepolcri e dalla terra, ove siamo stati gettati come grani di frumento, i plasmatori e gli artefici di una nuova e migliore Europa, di un nuovo e migliore universo, fondato sul timore filiale di Dio, sulla fedeltà ai suoi santi comandamenti, sul rispetto della dignità umana, sul principio sacro della uguaglianza dei diritti per tutti i popoli e tutti gli Stati, grandi e piccoli, deboli e forti鈥.

Distruzione di Colonia durante la seconda guerra mondiale (foto d'archivio)
Distruzione di Colonia durante la seconda guerra mondiale (foto d'archivio)

Guerra in Vietnam, Paolo VI: futuro non privo di incognite

Nel 1975 si conclude un altro sanguinoso conflitto, quello che ha devastato il Vietnam. Secondo varie fonti sono morti oltre 58 mila soldati statunitensi, 250 mila militari sudvietnamiti e oltre tre milioni di soldati e civili nordvietnamiti. Due anni prima, in seguito della firma degli accordi di pace di Parigi, gli Stati Uniti avevano lasciato il Paese. Il 22 dicembre del 1975 Papa Paolo VI si sofferma, durante il e alla prelatura romana, su questo grande avvenimento della fine della guerra nel Paese asiatico. 鈥淟a conclusione delle ostilità nel Vietnamdopo trent鈥檃nni di guerra e di lotte, apre per l鈥橧ndocina e per l鈥檌ntero Sud-Est asiatico un nuovo capitolo, non privo di incognite鈥. La Santa Sede, ricorda Papa Montini, ha cercato 鈥渄i porsi e di restare in contatto con le Autorità del Vietnam. Essa vuole sperare di poter in tal modo agire per il mutuo vantaggio, dello Stato e della Chiesa, in spirito di amichevole partecipazione all鈥檕pera di ricostruzione del Paese e con l鈥檃uspicio che a quella Comunità cattolica, una fra le più fiorenti del grande mondo asiatico, culla di antiche e nobilissime civiltà, sia dato sufficiente spazio di vita e di attività, nel campo religioso che è proprio della Chiesa, ma non senza benefico influsso per il tranquillo ed ordinato sviluppo dell鈥檌ntera collettività nazionale鈥. 

Esplosione durante la guerra in Vietnam (Afp)
Esplosione durante la guerra in Vietnam (Afp)

Balcani, Giovanni Paolo II: Sarajevo sia crocevia di pace

Il 14 dicembre del 1995 vengono ratificati a Parigi gli accordi di Dayton che pongono fine al conflitto in Bosnia ed Erzegovina, costato la vita ad almeno 100 mila persone, tra cui 40 mila civili. Rivolgendosi, , Papa Giovanni Paolo II sottolinea che 鈥渦n clima di pace sembra instaurarsi in certe parti dell鈥橢uropa鈥. 鈥淟a Bosnia ed Erzegovina ha potuto beneficiare di un accordo che dovrebbe - noi lo speriamo - salvaguardare la sua fisionomia, pur tenendo conto della sua composizione etnica. Sarajevo, in particolare, altra città simbolo, dovrebbe diventare anch鈥檈ssa un crocevia di pace鈥. 鈥淒鈥檃ltra parte - osserva Papa Wojty艂a - non viene essa chiamata la 'Gerusalemme d鈥橢uropa'? Se lo scoppio della prima guerra mondiale è legato a questa città, occorre che il suo nome divenga finalmente sinonimo di città della pace, e che gli incontri e gli scambi culturali, sociali e religiosi ne fecondino la convivenza plurietnica. Si tratta di un processo che sarà lungo e non senza difficoltà鈥.

Francesco messaggero di pace in Iraq

Nel 2021, in un tempo in un in cui il mondo intero cerca di uscire dalla crisi della pandemia da Covid-19, Papa Francesco è messaggero di una pace in Iraq, un Paese profondamente segnato nella sua storia recente da molteplici conflitti. Dopo la prima e la seconda guerra del Golfo e la fine del regime di Saddam Hussein, l鈥橧raq è dilaniato da una lunga serie di attentati e violenze. La guerriglia si rafforza e nasce il sedicente Stato islamico (Isis). Il 9 dicembre del 2017 l鈥檃llora premier iracheno al-Abadi dichiara poi ufficialmente vinta la guerra contro i miliziani dell鈥橧sis. Ma la pace resta un dono fragile e da proteggere.  Francesco lo ricorda in più occasioni durante il suo viaggio apostolico nella terra di Abramo. 鈥淣egli scorsi decenni - afferma nell鈥 - l鈥橧raq ha patito i disastri delle guerre, il flagello del terrorismo e conflitti settari spesso basati su un fondamentalismo che non può accettare la pacifica coesistenza di vari gruppi etnici e religiosi, di idee e culture diverse. Tutto ciò ha portato morte, distruzione, macerie tuttora visibili, e non solo a livello materiale: i danni sono ancora più profondi se si pensa alle ferite dei cuori di tante persone e comunità, che avranno bisogno di anni e anni per guarire鈥. "Venire incontro ai bisogni essenziali di tanti fratelli e sorelle - aggiunge Francesco - è atto di carità e di giustizia, e contribuisce a una pace duratura".

Papa Francesco a Mosul durante il viaggio apostolico nel 2021
Papa Francesco a Mosul durante il viaggio apostolico nel 2021

Sognando la pace in tutte le terre dilaniate dalla guerra

Ogni guerra, come ricordato in più occasioni da Papa Francesco, è 鈥渟empre una sconfitta鈥. Solo la pace conduce invece, anche tra profonde e indelebili ferite, ad una progressiva guarigione. Le popolazioni di Ucraina, Medio Oriente e di tutte le regioni del mondo scosse da guerre e violenze - come Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Myanmar - attendono che presto il sogno di una autentica riconciliazione possa diventare, prima possibile, un dono reale da accogliere, proteggere e rafforzare. Un miracolo da custodire perché la pace è il più grande antidoto contro l鈥檕dio. Ed anche quando è solo un frutto appena sbocciato, porta a vedere di nuovo la dignità dell'altro e il volto di colui che, durante il tempo della guerra, si considera solo un nemico. La riconciliazione è l鈥檃utentico destino dell鈥檜manità perché, come sottolineato da Papa Benedetto XVI il , 鈥渓鈥檜omo è fatto per la pace che è dono di Dio鈥.

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25 febbraio 2024, 09:00