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Papa alla Liturgia penitenziale: Confessione 猫 passaggio da miseria a misericordia

Anche quest'anno Francesco presiede la Celebrazione penitenziale in San Pietro, dando il via all'iniziativa delle "24 ore per il Signore". Momento culminante, la Confessione: il Papa si inginocchia penitente prima di impartire lui stesso il sacramento a 11 fedeli. Al centro dell'omelia, il perdono di Dio, segno di un amore assai pi霉 grande di ogni peccato commesso dall'uomo

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

鈥淕esù e l鈥檃dultera, la misericordia e la misera鈥: è il binomio con cui Papa Francesco, presiedendo la Liturgia penitenziale di questo pomeriggio in San Pietro, rilegge nella sua , il rapporto di amore che ci lega a Dio e che ha nella Confessione un passaggio chiave. Il Sacramento è nelle parole del Pontefice, 鈥渓鈥檌ncontro di salvezza鈥 con colui che 鈥渃i conosce, ci ama, ci libera鈥 permettendoci di 鈥渞ipartire rinfrancati鈥, 鈥渓ì leggiamo ogni volta che siamo preziosi agli occhi di Dio鈥.()

L鈥檜omo prima del peccatore

E quale immagine più espressiva se non quella narrata dal Vangelo di Giovanni in cui culmina la prima parte della Liturgia penitenziale: Gesù si trova davanti alla peccatrice, l鈥檃dultera sorpresa in flagrante e condotta da scribi e farisei pronti a lapidarla, come detta la Legge. Ma alla fine, della folla non rimane più nessuno, nessuna pietra è scagliata, nessuna condanna è emessa: rimane solo Gesù dinanzi alla donna. Ed ecco la prima nota del Papa:

Rimane perché è rimasto quel che è prezioso ai suoi occhi: quella donna, quella persona. Per Lui prima del peccato viene il peccatore. Io, tu, ciascuno di noi nel cuore di Dio veniamo prima: prima degli sbagli, delle regole, dei giudizi e delle nostre cadute. Chiediamo la grazia di uno sguardo simile a quello di Gesù, chiediamo di avere l鈥檌nquadratura cristiana della vita, dove prima del peccato vediamo con amore il peccatore, prima dell鈥檈rrore l鈥檈rrante, prima della sua storia la persona.

E鈥 Gesù che libera dal male, non la Legge

E nel cuore dell鈥檜omo va scritta una parola di speranza. Anche questo si legge nella pagina del Vangelo di Giovanni. Francesco infatti fa notare l鈥檌mmagine di Gesù che davanti alla donna in silenzio scrive 鈥渃ol dito per terra鈥. E鈥 un gesto misterioso 鈥 afferma - che richiama la promessa fatta da Dio di scrivere 鈥渘on più su tavole di pietra la Legge鈥, ma 鈥渟ulle tavole di carne dei nostri cuori鈥:

Con Gesù, misericordia di Dio incarnata, è giunto il momento di scrivere nel cuore dell鈥檜omo, di dare una speranza certa alla miseria umana: di dare non tanto leggi esterne, che lasciano spesso distanti Dio e l鈥檜omo, ma la legge dello Spirito, che entra nel cuore e lo libera. Così avviene per quella donna, che incontra Gesù e riprende a vivere. 

La Confessione, scrittura di Dio sul cuore

Solo Dio col suo amore dunque, rimuove il peccato dai nostri cuori e ci permette di tornare a vivere, come è successo all鈥檃dultera. Allora, diamo spazio al Signore, che 鈥減erdona e guarisce鈥 dal male che 鈥渟educe e attira鈥, e facciamolo soprattutto attraverso la Confessione:

La Confessione è il passaggio dalla miseria alla misericordia, è la scrittura di Dio sul cuore. Lì leggiamo ogni volta che siamo preziosi agli occhi di Dio, che Egli è Padre e ci ama più di quanto noi amiamo noi stessi.

Perdono non è fotocopia ma esperienza sempre nuova

Tramite la Confessione dunque rinasce in noi la speranza: nel perdono ricevuto col Battesimo nasciamo come cristiani, e ri-nasciamo ogni volta che ci 鈥渟entiamo oppressi鈥, che 鈥渘on sappiamo più come ricominciare鈥; 鈥渟olo attraverso il perdono di Dio accadono cose veramente nuove in noi鈥:

Il perdono di Dio non è una fotocopia che si riproduce identica a ogni passaggio in confessionale. Ricevere tramite il sacerdote il perdono dei peccati è un鈥檈sperienza sempre nuova, originale e inimitabile. Ci fa passare dall鈥檈ssere soli con le nostre miserie e i nostri accusatori, come la donna del Vangelo, all鈥檈ssere risollevati e incoraggiati dal Signore, che ci fa ripartire.

Essere recidivi nel bene, nel chiedere la misericordia

Dopo la Confessione - rimarca Papa Francesco- tutte le nostre miserie confluiscono nella misericordia di Dio, tutti i nostri peccati sono in Lui. Sarebbe bello, osserva, rimanere in silenzio dopo la Confessione, proprio per ricordare tutta questa tenerezza, per 鈥漴igustare la pace e la libertà鈥 che abbiamo sperimentato, perché il 鈥渃uore della Confessione鈥 è l鈥檃more ricevuto e non i peccati che abbiamo detto:

Può venirci ancora un dubbio: 鈥渃onfessarsi non serve, faccio sempre i soliti peccati鈥. Ma il Signore ci conosce, sa che la lotta interiore è dura, che siamo deboli e inclini a cadere, spesso recidivi nel fare il male. E ci propone di cominciare a essere recidivi nel bene, nel chiedere misericordia. Sarà Lui a risollevarci e a fare di noi creature nuove. Ripartiamo allora dalla Confessione, restituiamo a questo sacramento il posto che merita nella vita e nella pastorale!

Entriamo dunque nell鈥欌漣ncontro di salvezza鈥 che la Confessione rappresenta, ripete il Papa al termine dell鈥檕melia, e chiediamo la 鈥済razia di riscoprirlo鈥.

Ed è così che il silenzio avvolge la Basilica, e si apre quello spazio interiore necessario per l鈥檈same di coscienza. Da qui l鈥檌nizio del Rito della Riconciliazione, e poi le Confessioni, cuore della celebrazione e momento privilegiato per lo stesso Pontefice come tante volte ha dimostrato durante i  viaggi o le visite pastorali nelle parrocchie. E鈥 Francesco il primo ad inginocchiarsi, mentre 80 padri si distribuiscono nella Basilica accogliendo i fedeli ai confessionali. Quindi da penitente Francesco si fa confessore per 11 persone provenienti da Vietnam, Italia, Polonia e Colombia, dando il via ancora nel raccoglimento, all鈥檌niziativa 鈥 promossa dal Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione - che in tante Chiese vede per 鈥24 ore鈥 porte aperte all鈥橝dorazione e alla Riconciliazione.

 


 

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29 marzo 2019, 18:10