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Con l'Evangelii gaudium Francesco chiede una Chiesa con le porte aperte Con l'Evangelii gaudium Francesco chiede una Chiesa con le porte aperte 

Evangelii gaudium, testo programmatico del Pontificato di Francesco

Con l'Esortazione apostolica Evangelii gaudium, Francesco presenta gli obiettivi del suo Pontificato: una Chiesa decisamente missionaria, con le porte aperte, che sappia annunciare a tutti la gioia del Vangelo, la buona notizia che Dio ci ama

Sergio Centofanti 鈥 Città del Vaticano

Recuperare la freschezza originale del Vangelo per portare la gioia e l鈥檃more di Dio in tutto il mondo: questo il senso della prima Esortazione apostolica di Papa Francesco, intitolata , testo programmatico del Pontificato, che porta la data del 24 novembre 2013, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell鈥橴niverso e giorno di chiusura dell鈥橝nno della Fede, ma pubblicato due giorni dopo, il 26 novembre. Il documento, di oltre 220 pagine, diviso in 5 capitoli e 288 paragrafi, sviluppa il tema dell鈥檃nnuncio del Vangelo nel mondo attuale, raccogliendo, tra l鈥檃ltro, il contributo dei lavori del Sinodo su 鈥淟a nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede鈥, svoltosi in Vaticano dal 7 al 28 ottobre 2012.

Nuova tappa evangelizzatrice caratterizzata dalla gioia

鈥淟a gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall鈥檌solamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni鈥 (1). Così inizia l鈥橢sortazione apostolica 鈥淓vangelii gaudium鈥 di Papa Francesco. Si tratta di un accorato appello a tutti i battezzati perché con nuovo fervore e dinamismo portino agli altri l鈥檃more di Gesù, vincendo 鈥渋l grande rischio del mondo attuale鈥: quello di cadere in 鈥渦na tristezza individualista鈥 (2). 鈥淎nche i credenti corrono questo rischio鈥 (2), perché 鈥渃i sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua鈥 (6): un evangelizzatore non dovrebbe avere 鈥渦na faccia da funerale鈥 (10). E' necessario passare "da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria" (15).

Riforma delle strutture ecclesiali

Il Papa invita a 鈥渞ecuperare la freschezza originale del Vangelo鈥, trovando 鈥渘uove strade鈥 e 鈥渕etodi creativi鈥 (11). L鈥檃ppello rivolto a tutti i cristiani è quello di 鈥渦scire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo鈥: 鈥渢utti siamo chiamati a questa nuova 鈥榰scita鈥 missionaria鈥 (20). Si tratta 鈥渄i una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno鈥 e che spinge a porsi in uno 鈥渟tato permanente di missione鈥 (25). E鈥 necessaria una 鈥渞iforma delle strutture鈥 ecclesiali perché 鈥渄iventino tutte più missionarie鈥 (27). Partendo dalle parrocchie, il Papa nota che l鈥檃ppello al loro rinnovamento 鈥渘on ha ancora dato sufficienti frutti perché siano ancora più vicine alla gente鈥 (28). Le altre realtà ecclesiali 鈥渟ono una ricchezza della Chiesa鈥, ma devono integrarsi 鈥渃on piacere nella pastorale organica della Chiesa particolare鈥 (29).

Conversione del papato

Quindi aggiunge: 鈥淒al momento che sono chiamato a vivere quanto chiedo agli altri, devo anche pensare a una conversione del papato鈥 perché sia 鈥減iù fedele al significato che Gesù Cristo intese dargli e alle necessità attuali dell鈥檈vangelizzazione鈥. Giovanni Paolo II 鈥渃hiese di essere aiutato a trovare «una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all鈥檈ssenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova». Siamo avanzati poco in questo senso鈥. 鈥淚l Concilio Vaticano II ha affermato che, in modo analogo alle antiche Chiese patriarcali, le Conferenze episcopali possono «portare un molteplice e fecondo contributo, acciocché il senso di collegialità si realizzi concretamente». Ma questo auspicio non si è pienamente realizzato, perché ancora non si è esplicitato sufficientemente uno statuto delle Conferenze episcopali che le concepisca come soggetti di attribuzioni concrete, includendo anche qualche autentica autorità dottrinale. Un鈥檈ccessiva centralizzazione, anziché aiutare, complica la vita della Chiesa e la sua dinamica missionaria鈥 (32).

Far risplendere la bellezza dell'amore di Dio

Riguardo all鈥檃nnuncio, afferma che è necessario concentrarsi sull鈥檈ssenziale, evitando una pastorale 鈥渙ssessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine che si tenta di imporre a forza di insistere鈥 (35): 鈥渋n questo nucleo fondamentale ciò che risplende è la bellezza dell鈥檃more salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto鈥 (36). Succede che si parli 鈥減iù della legge che della grazia, più della Chiesa che di Gesù Cristo, più del Papa che della Parola di Dio鈥 (38). 鈥淎 quanti sognano una dottrina monolitica difesa da tutti senza sfumature鈥 dice: 鈥渋n seno alla Chiesa ... le diverse linee di pensiero filosofico, teologico e pastorale, se si lasciano armonizzare dallo Spirito nel rispetto e nell鈥檃more, possono far crescere la Chiesa, in quanto aiutano ad esplicitare meglio il ricchissimo tesoro della Parola鈥 (40). Circa il rinnovamento, afferma che occorre riconoscere consuetudini della Chiesa 鈥渘on direttamente legate al nucleo del Vangelo, alcune molto radicate nel corso della storia鈥: 鈥渘on abbiamo paura di rivederle鈥. (43).

Aprire le porte della Chiesa

鈥淟a Chiesa 鈥 scrive il Papa 鈥 è chiamata ad essere sempre la casa aperta del padre. Uno dei segni concreti di questa apertura è avere dappertutto chiese con le porte aperte鈥. 鈥淣emmeno le porte dei Sacramenti si dovrebbero chiudere per una ragione qualsiasi鈥. Così 鈥渓鈥橢ucaristia, sebbene costituisca la pienezza della vita sacramentale, non è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli. Queste convinzioni hanno anche conseguenze pastorali che siamo chiamati a considerare con prudenza e audacia. Di frequente ci comportiamo come controllori della grazia e non come facilitatori. Ma la Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c鈥è posto per ciascuno con la sua vita faticosa鈥 (47). Quindi ribadisce quanto diceva a Buenos Aires: 鈥減referisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli鈥 vivono senza l鈥檃micizia di Gesù (49).

L'attuale sistema economico uccide i più deboli

Parlando di alcune sfide del mondo attuale, denuncia l鈥檃ttuale sistema economico: 鈥è ingiusto alla radice鈥 (59). 鈥淨uesta economia uccide鈥, fa prevalere la 鈥渓egge del più forte, dove il potente mangia il più debole鈥. L鈥檃ttuale cultura dello 鈥渟carto鈥 ha creato 鈥渜ualcosa di nuovo鈥: 鈥済li esclusi non sono 鈥榮fruttati鈥 ma rifiuti, 鈥榓vanzi鈥欌 (53). C鈥è la 鈥渘uova tirannia invisibile, a volte virtuale鈥, di un 鈥渕ercato divinizzato鈥 dove regnano 鈥渟peculazione finanziaria鈥, 鈥渃orruzione ramificata鈥, 鈥渆vasione fiscale egoista鈥 (56). Il documento affronta poi gli 鈥渁ttacchi alla libertà religiosa鈥 e le 鈥渘uove situazioni di persecuzione dei cristiani, le quali, in alcuni Paesi, hanno raggiunto livelli allarmanti di odio e di violenza. In molti luoghi si tratta piuttosto di una diffusa indifferenza relativista鈥 (61).

Individualismo postmoderno snatura vincoli familiari

La famiglia, 鈥渃ellula fondamentale della società鈥 鈥 prosegue il Papa 鈥 鈥渁ttraversa una crisi culturale profonda鈥. Ribadendo, quindi, 鈥渋l contributo indispensabile del matrimonio alla società鈥 (66), il Papa sottolinea che 鈥渓鈥檌ndividualismo postmoderno e globalizzato favorisce uno stile di vita 鈥 che snatura i vincoli familiari鈥(67).

La rivoluzione della tenerezza

Il testo affronta poi le 鈥渢entazioni degli operatori pastorali鈥. Il Papa, afferma, 鈥渃ome dovere di giustizia, che l鈥檃pporto della Chiesa nel mondo attuale è enorme. Il nostro dolore e la nostra vergogna per i peccati di alcuni membri della Chiesa, e per i propri, non devono far dimenticare quanti cristiani danno la vita per amore鈥 ((76). Ma 鈥渟i possono riscontrare in molti operatori di evangelizzazione, sebbene preghino, un鈥檃ccentuazione dell鈥檌ndividualismo, una crisi d鈥檌dentità e un calo del fervore鈥 (78); in altri si nota 鈥渦na sorta di complesso di inferiorità, che li conduce a relativizzare o ad occultare la loro identità cristiana鈥 (79). 鈥淟a più grande minaccia鈥 è 鈥渋l grigio pragmatismo della vita quotidiana della Chiesa, nel quale tutto apparentemente procede nella normalità, mentre in realtà la fede si va logorando e degenerando nella meschinità鈥 . Si sviluppa 鈥渓a psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo鈥 (83). Tuttavia, il Papa invita con forza a non lasciarsi prendere da un 鈥減essimismo sterile鈥 (84). Nei deserti della società sono molti i segni della 鈥渟ete di Dio鈥: c鈥è dunque bisogno di persone di speranza, 鈥減ersone-anfore per dare da bere agli altri鈥 (86). 鈥淚l Figlio di Dio, nella sua incarnazione, ci ha invitato alla rivoluzione della tenerezza鈥 (88).

Dio ci liberi da una Chiesa mondana

Denuncia quindi 鈥渓a mondanità spirituale, che si nasconde dietro apparenze di religiosità e persino di amore alla Chiesa鈥: consiste 鈥渘el cercare, al posto della gloria del Signore, la gloria umana ed il benessere personale鈥 (93). Questa mondanità si esprime in due modi: 鈥渋l fascino dello gnosticismo, una fede rinchiusa nel soggettivismo鈥 e 鈥渋l neopelagianesimo autoreferenziale e prometeico di coloro che 鈥 fanno affidamento unicamente sulle proprie forze e si sentono superiori agli altri perché 鈥 sono irremovibilmente fedeli ad un certo stile cattolico proprio del passato. E鈥 una presunta sicurezza dottrinale o disciplinare che dà luogo ad un elitarismo narcisista e autoritario, dove invece di evangelizzare si analizzano e si classificano gli altri, e invece di facilitare l鈥檃ccesso alla grazia si consumano le energie nel controllare鈥 (94). In altri 鈥渟i nota una cura ostentata della liturgia, della dottrina e del prestigio della Chiesa, ma senza che li preoccupi il reale inserimento del Vangelo nel Popolo di Dio e nei bisogni concreti della storia鈥. In altri ancora, la mondanità 鈥渟i esplica in un funzionalismo manageriale 鈥 dove il principale beneficiario non è il Popolo di Dio ma piuttosto la Chiesa come organizzazione鈥 (95). 鈥淓鈥 una tremenda corruzione con apparenza di bene 鈥 Dio ci liberi da una Chiesa mondana sotto drappeggi spirituali o pastorali!鈥 (97).

Spazio nella Chiesa a laici, donne e giovani

Altra denuncia: 鈥渁ll鈥檌nterno del Popolo di Dio e nelle diverse comunità, quante guerre!鈥 per 鈥渋nvidie e gelosie鈥. 鈥淎lcuni 鈥 più che appartenere alla Chiesa intera, con la sua ricca varietà, appartengono a questo o quel gruppo che si sente differente o speciale鈥 (98). Il Papa sottolinea quindi la necessità di far crescere 鈥渓a coscienza dell鈥檌dentità e della missione del laico nella Chiesa鈥. Talora, 鈥渦n eccessivo clericalismo鈥 mantiene i laici 鈥渁l margine delle decisioni鈥 (102). 鈥淟a Chiesa riconosce l鈥檌ndispensabile apporto della donna nella società鈥, ma 鈥渃鈥è ancora bisogno di allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa鈥. Occorre garantire la presenza delle donne 鈥渘ei diversi luoghi dove vengono prese le decisioni importanti, tanto nella Chiesa come nelle strutture sociali鈥 (103). 鈥淟e rivendicazioni dei legittimi diritti delle donne 鈥on si possono superficialmente eludere. Il sacerdozio riservato agli uomini, come segno di Cristo Sposo che si consegna nell鈥橢ucaristia, è una questione che non si pone in discussione, ma può diventare motivo di particolare conflitto se si identifica troppo la potestà sacramentale con il potere鈥. 鈥淣ella Chiesa le funzioni «non danno luogo alla superiorità degli uni sugli altri». Di fatto, una donna, Maria, è più importante dei vescovi鈥 (104). Poi, il Papa rileva che i giovani devono avere 鈥渦n maggiore protagonismo鈥 (106). Riguardo alla scarsità di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata che si riscontra in molti luoghi, afferma che 鈥渟pesso questo è dovuto all鈥檃ssenza nelle comunità di un fervore apostolico contagioso鈥. Nello stesso tempo, 鈥渘on si possono riempire i seminari sulla base di qualunque tipo di motivazione, tanto meno se queste sono legate ad insicurezza affettiva, a ricerca di forme di potere, gloria umana o benessere economico鈥 (107).

La Chiesa ha un volto pluriforme

Affrontando il tema dell鈥檌nculturazione, il Papa ricorda che 鈥渋l cristianesimo non dispone di un unico modello culturale鈥 e che 鈥渓a Chiesa esprime la sua autentica cattolicità鈥 mostrando la bellezza di un 鈥渧olto pluriforme鈥. (116) 鈥淣on farebbe giustizia alla logica dell鈥檌ncarnazione pensare ad un cristianesimo monoculturale e monocorde鈥 (117). Il testo ribadisce 鈥渓a forza evangelizzatrice della pietà popolare鈥 (122). 鈥淣on coartiamo né pretendiamo di controllare questa forza missionaria!鈥 (124). Il Papa incoraggia 鈥渋l carisma dei teologi e il loro sforzo nell鈥檌nvestigazione teologica鈥 ma li invita ad avere 鈥渁 cuore la finalità evangelizzatrice della Chiesa e della stessa teologia鈥 e a non accontentarsi 鈥渄i una teologia da tavolino鈥 (133).

Omelia: saper dire parole che fanno ardere i cuori

A questo punto, il Papa si sofferma 鈥渃on una certa meticolosità, sull鈥檕melia e la sua preparazione, perché molti sono i reclami in relazione a questo importante ministero e non possiamo chiudere le orecchie鈥 (135). Innanzitutto, 鈥渃hi predica deve riconoscere il cuore della sua comunità per cercare dov鈥è vivo e ardente il desiderio di Dio鈥 (137). 鈥淟鈥檕melia non può essere uno spettacolo di intrattenimento鈥, 鈥渄eve essere breve ed evitare di sembrare una conferenza o una lezione鈥 (138). Bisogna saper dire "parole che fanno ardere i cuori", rifuggendo da una "predicazione puramente moralista e indottrinante" (142). 鈥淟a preparazione della predicazione è un compito così importante che conviene dedicarle un tempo prolungato di studio, preghiera, riflessione鈥, rinunciando anche 鈥渁d altri impegni, pur importanti鈥. 鈥淯n predicatore che non si prepara non è 鈥榮pirituale鈥, è disonesto ed irresponsabile verso i doni che ha ricevuto鈥 (145). 鈥淯na buona omelia 鈥 deve contenere 鈥榰n鈥檌dea, un sentimento, un鈥檌mmagine鈥欌 (157). 鈥淎ltra caratteristica è il linguaggio positivo. Non dice tanto quello che non si deve fare ma piuttosto propone quello che possiamo fare meglio鈥. 鈥淯na predicazione positiva offre sempre speranza, orienta verso il futuro, non ci lascia prigionieri della negatività鈥 (159).

Il 鈥渒erygma鈥: Gesù ti ama e ha dato la vita per salvarti

鈥淣ella catechesi ha un ruolo fondamentale il primo annuncio o 鈥榢erygma鈥欌. Sulla bocca del catechista risuoni sempre il primo annuncio: 鈥淕esù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti鈥(164). Ci sono 鈥渁lcune disposizioni che aiutano ad accogliere meglio l鈥檃nnuncio: vicinanza, apertura al dialogo, pazienza, accoglienza cordiale che non condanna鈥 (165). Il Papa indica l鈥檃rte dell鈥檃ccompagnamento, 鈥減erché tutti imparino sempre a togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell鈥檃ltro鈥 che bisogna vedere 鈥渃on uno sguardo rispettoso e pieno di compassione ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana鈥 (169).

Una Chiesa povera per i poveri

Ricorda, quindi, 鈥渓鈥檌ntima connessione tra evangelizzazione e promozione umana鈥 (178). Ribadisce il diritto dei Pastori 鈥渄i emettere opinioni su tutto ciò che riguarda la vita delle persone, dal momento che il compito dell鈥檈vangelizzazione implica ed esige una promozione integrale di ogni essere umano. Non si può più affermare che la religione deve limitarsi all鈥檃mbito privato e che esiste solo per preparare le anime per il cielo鈥 (182). 鈥淣essuno può esigere da noi che releghiamo la religione alla segreta intimità delle persone, senza alcuna influenza nella vita sociale e nazionale鈥. 鈥淯na fede autentica 鈥 che non è mai comoda e individualista 鈥 implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo鈥. E cita Giovanni Paolo II laddove dice che la Chiesa 鈥渘on può né deve rimanere al margine della lotta per la giustizia鈥 (183). 鈥淥gni cristiano e ogni comunità sono chiamati ad essere strumenti di Dio per la liberazione e la promozione dei poveri鈥 (187). 鈥淎 volte si tratta di ascoltare il grido 鈥 dei popoli più poveri della terra, perché 鈥榣a pace si fonda non solo sul rispetto dei diritti dell'uomo, ma anche su quello dei diritti dei popoli鈥. Deplorevolmente persino i diritti umani possono essere utilizzati come giustificazione di una difesa esacerbata dei diritti individuali o dei diritti dei popoli più ricchi鈥 (190). Il Papa denuncia la 鈥渃attiva distribuzione dei beni e del reddito鈥 (191). Quindi lancia un monito: 鈥淣on preoccupiamoci unicamente di cadere in errori dottrinali, ma anche di essere fedeli a questo cammino luminoso di vita e di sapienza. Perché 鈥榓i difensori «dell'ortodossia» si rivolge a volte il rimprovero di passività, d'indulgenza o di colpevoli complicità rispetto a situazioni di ingiustizia intollerabili e verso i regimi politici che le mantengono鈥欌 (194). In questo contesto 鈥渃'è un segno che non deve mai mancare: l鈥檕pzione per gli ultimi, per quelli che la società scarta e getta via鈥 (195). 鈥淧er la Chiesa l'opzione per i poveri è una categoria teologica prima che culturale, sociologica, politica o filosofica鈥. 鈥淧er questo chiedo una Chiesa povera per i poveri. Essi hanno molto da insegnarci鈥 (198). Il Papa poi afferma che 鈥渓a peggior discriminazione che soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale鈥 (200). 鈥淔inché non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri 鈥 non si risolveranno i problemi del mondo e in definitiva nessun problema鈥 (202).

I politici abbiano cura dei deboli

鈥淟a politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose di carità, perché cerca il bene comune鈥 鈥 scrive il Papa - 鈥淧rego il Signore che ci regali più politici che abbiano davvero a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri!鈥 (205). Invita ad avere cura dei più deboli: 鈥渋 senza tetto, i tossicodipendenti, i rifugiati, i popoli indigeni, gli anziani sempre più soli e abbandonati鈥. Riguardo ai migranti esorta 鈥渋 Paesi ad una generosa apertura, che, al posto di temere la distruzione dell'identità locale, sia capace di creare nuove sintesi culturali鈥 (210). Il Papa parla 鈥渄i coloro che sono oggetto delle diverse forme di tratta delle persone鈥 e delle nuove forme di schiavismo: 鈥淣elle nostre città è impiantato questo crimine mafioso e aberrante, e molti hanno le mani che grondano sangue a causa di una complicità comoda e muta鈥 (211). 鈥淒oppiamente povere sono le donne che soffrono situazioni di esclusione, maltrattamento e violenza鈥 (212).

Riconoscere dignità umana dei nascituri: aborto non è progressista

鈥淭ra questi deboli di cui la Chiesa vuole prendersi cura con predilezione, ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo鈥 (213). 鈥淣on ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su questa questione. Voglio essere del tutto onesto al riguardo. Questo non è un argomento soggetto a presunte riforme o a 鈥榤odernizzazioni鈥. Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana. Però è anche vero che abbiamo fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure, dove l'aborto si presenta loro come una rapida soluzione alle loro profonde angustie鈥 (214). Poi, l鈥檃ppello a rispettare tutto il creato: 鈥淧iccoli, però forti nell鈥檃more di Dio, come San Francesco d鈥橝ssisi, tutti i cristiani siamo chiamati a prenderci cura della fragilità del popolo e del mondo in cui viviamo鈥 (216).

Voce profetica per la pace

Riguardo al tema della pace, il Papa afferma che è 鈥渘ecessaria una voce profetica鈥 quando si vuole attuare una falsa riconciliazione che 鈥渕etta a tacere鈥 i poveri, mentre alcuni 鈥渘on vogliono rinunciare ai loro privilegi鈥 (218). Per la costruzione di una società 鈥渋n pace, giustizia e fraternità鈥 indica quattro principi (221): 鈥渋l tempo è superiore allo spazio鈥 (222) significa 鈥渓avorare a lunga scadenza, senza l鈥檕ssessione dei risultati immediati鈥 (223). 鈥淟鈥檜nità prevale sul conflitto鈥 (226) vuol dire operare perché gli opposti raggiungano 鈥渦na pluriforme unità che genera nuova vita鈥 (228). 鈥淟a realtà è più importante dell鈥檌dea鈥 (231) significa evitare che la politica e la fede siano ridotte alla retorica (232). 鈥淚l tutto è superiore alla parte鈥 significa mettere insieme globalizzazione e localizzazione (234).

Una Chiesa che dialoga

鈥淟鈥檈vangelizzazione 鈥 prosegue il Papa 鈥 implica anche un cammino di dialogo鈥 che apre la Chiesa a collaborare con tutte le realtà politiche, sociali, religiose e culturali (238). L鈥檈cumenismo è 鈥渦na via imprescindibile dell鈥檈vangelizzazione鈥. Importante l鈥檃rricchimento reciproco: 鈥渜uante cose possiamo imparare gli uni dagli altri!鈥, per esempio 鈥渘el dialogo con i fratelli ortodossi, noi cattolici abbiamo la possibilità di imparare qualcosa di più sul significato della collegialità episcopale e sulla loro esperienza della sinodalità鈥 (246); 鈥渋l dialogo e l鈥檃micizia con i figli d鈥橧sraele sono parte della vita dei discepoli di Gesù鈥 (248); 鈥渋l dialogo interreligioso鈥, che va condotto 鈥渃on un鈥檌dentità chiara e gioiosa鈥, è 鈥渦na condizione necessaria per la pace nel mondo鈥 e non oscura l鈥檈vangelizzazione (250-251); 鈥渋n quest鈥檈poca acquista notevole importanza la relazione con i credenti dell鈥橧slam (252): il Papa implora 鈥渦milmente鈥 affinché i Paesi di tradizione islamica assicurino la libertà religiosa ai cristiani, anche 鈥渢enendo conto della libertà che i credenti dell鈥橧slam godono nei paesi occidentali!鈥. 鈥淒i fronte ad episodi di fondamentalismo violento鈥 invita a 鈥渆vitare odiose generalizzazioni, perché il vero Islam e un鈥檃deguata interpretazione del Corano si oppongono ad ogni violenza鈥 (253). E contro il tentativo di privatizzare le religioni in alcuni contesti, afferma che 鈥渋l rispetto dovuto alle minoranze di agnostici o di non credenti non deve imporsi in modo arbitrario che metta a tacere le convinzioni di maggioranze credenti o ignori la ricchezza delle tradizioni religiose鈥 (255). Ribadisce quindi l鈥檌mportanza del dialogo e dell鈥檃lleanza tra credenti e non credenti (257).

Missionari aperti all鈥檃zione dello Spirito

L鈥檜ltimo capitolo è dedicato agli 鈥渆vangelizzatori con Spirito鈥, che sono quanti 鈥渟i aprono senza paura all鈥檃zione dello Spirito Santo鈥 che 鈥渋nfonde la forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia (parresia), a voce alta e in ogni tempo e luogo, anche controcorrente鈥 (259). Si tratta di 鈥渆vangelizzatori che pregano e lavorano鈥 (262), nella consapevolezza che 鈥渓a missione è una passione per Gesù ma, al tempo stesso, è una passione per il suo popolo鈥 (268): 鈥淕esù vuole che tocchiamo la miseria umana, che tocchiamo la carne sofferente degli altri鈥 (270). 鈥淣el nostro rapporto col mondo 鈥 precisa 鈥 siamo invitati a dare ragione della nostra speranza, ma non come nemici che puntano il dito e condannano鈥 (271). 鈥淧uò essere missionario 鈥 aggiunge 鈥 solo chi si sente bene nel cercare il bene del prossimo, chi desidera la felicità degli altri鈥 (272): 鈥渟e riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita鈥 (274). Il Papa invita a non scoraggiarsi di fronte ai fallimenti o agli scarsi risultati perché la 鈥渇econdità molte volte è invisibile, inafferrabile, non può essere contabilizzata鈥; dobbiamo sapere 鈥渟oltanto che il dono di noi stessi è necessario鈥 (279). L鈥橢sortazione si conclude con una preghiera a Maria 鈥淢adre dell鈥橢vangelizzazione鈥. 鈥淰i è uno stile mariano nell鈥檃ttività evangelizzatrice della Chiesa. Perché ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell鈥檃ffetto鈥 (288).

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13 marzo 2018, 06:55