Il Papa sui migranti: doveroso rispettare la radice religiosa propria e altrui
di Adriana Masotti
Francesca Cabrini 鈥渁veva capito che la modernità sarebbe stata contrassegnata da queste immani migrazioni e da esseri umani sradicati, in crisi di identità, spesso disperati e privi di risorse per affrontare la società in cui si dovevano inserire鈥. A scrivere queste parole è Papa Francesco che firma la prefazione a: 鈥淭ra terra e cielo鈥, il libro di Lucetta Scaraffia su Francesca Cabrini che, a cento anni dalla morte della santa, esce in una nuova edizione per Marsilio.
Era il 22 dicembre del 1917 quando la religiosa, diventata patrona dei migranti, moriva nell鈥檕spedale che aveva costruito a Chicago, una delle tante opere di assistenza che aveva fondato nei suoi lunghi anni di apostolato tra i migranti. Il Papa sottolinea: un apostolato fatto 鈥渃on immensa carità, ma anche con grande intelligenza鈥. E con spirito profetico perché, quando aveva cominciato ad occuparsi degli emigrati italiani in America, 鈥渦n mondo le si era spalancato davanti: quello delle centinaia di migliaia di esseri umani che cercavano lavoro e pane lontano dalla propria terra鈥, e aveva capito che si trattava dell鈥檈mergere di una nuova epoca storica.
Ma alla Cabrini non bastava aiutare i migranti offrendo cure e istruzione, l鈥檌dentità profonda di queste persone, 鈥渆ra legata - scrive ancora il Papa - alla loro radice religiosa, al loro legame con Dio鈥. E a preservare questo legame si impegnava con le sue suore, scendendo tra i lavoratori delle miniere, andando tra i carcerati, e nelle periferie delle città in cerca dei ragazzi abbandonati.
Lei aveva capito che per gli immigrati inserirsi nel nuovo Paese 鈥渧oleva dire accettazione delle regole e delle leggi e dignità鈥 e per questi obiettivi lavorava. 鈥淥biettivi - si legge ancora nella Prefazione di Francesco al libro della Scaraffia - che sono validi ancora oggi, e che passano per il riconoscimento e il rispetto della radice religiosa propria e altrui鈥.
Francesca Cabrini per il Papa è 鈥una donna che ha saputo realizzare le qualità proprie femminili, calore, accoglienza, concretezza nel cogliere i bisogni degli altri, sollecitudine gratuita verso i deboli, accanto a una visione d鈥檌nsieme sui cambiamenti che stavano sconvolgendo il mondo. Una donna che ha saputo unire una grande carità con uno spirito profetico鈥. Per questo, conclude il Papa, anche oggi ci insegna 鈥渓a via da percorrere per affrontare il fenomeno epocale delle migrazioni coniugando la carità e la giustizia鈥.
Una donna, la Cabrini, che è stata anche imprenditrice e che per i migranti voleva "il bello": a Lucetta Scaraffia piace sottolineare questo aspetto. Lei, afferma l'autrice del libro, "voleva per i migranti posti belli, per questo per i suoi ospedali o case di accoglienza sceglieva edfici con del verde intorno, nei quartieri residenziali, proprio quelli che avrebbero dovuto essere loro preclusi, e lottava per ottenerli".
Ascolta l'intervista di Fabio Colagrande a Lucetta Scaraffia:
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