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Rifiuiti al porto di Beirut in Libano Rifiuiti al porto di Beirut in Libano 

Libano, sistema idrico in bilico: milioni di persone in pericolo

Evitato il collasso delle infrastrutture, ma i servizi di approvvigionamento rimangono precari. La preoccupante analisi dell鈥橴NICEF sulla situazione nel Paese che - tra crisi energetica, pandemia, siccit脿 e la passata esplosione di Beirut 鈥 mette a rischio la salute della popolazione. L'Avsi in Libano: "sfiducia nel futuro"

Debora D鈥橝ngelo 鈥 Città del Vaticano

鈥淪truggling to keep the taps on鈥 (鈥淟ottando per tenere i rubinetti aperti鈥) è il nuovo rapporto dell鈥橴NICEF che fotografa la situazione in Libano, dove già nello scorso anno si erano avvertite delle forti ripercussioni sulle infrastrutture di base, impossibilitate a dare garanzie alla popolazione. Il crollo economico del Paese, già accentuato dall鈥檌mpatto della pandemia da Covid-19 e dalle conseguenze delle esplosioni di Beirut del 2020, è stato aggravato dall鈥檃umento dei prezzi globali del petrolio. In un contesto di inflazione vertiginosa, i fornitori del servizio pubblico non sono stati in grado di mettere a disposizione acqua a sufficienza a causa della crisi energetica, ma non solo, a questo si aggiunge l鈥檌mpossibilità di reperire ricambi, effettuare riparazioni e trovare diesel a sufficienza.

 

Dato che le forniture dei quattro stabilimenti idrici sono diminuite, molte famiglie decidono di rivolgersi a costosi trasporti d'acqua e a fornitori privati, rischiando però di non avere garanzie sulla qualità di questa risorsa. Inoltre - come messo in luce dal rapporto - la popolazione soddisfa il proprio fabbisogno idrico ricorrendo all鈥檃cqua imbottigliata, perché quella disponibile nei rubinetti non è considerata sufficientemente sicura. Mentre il Governo sta lavorando per risolvere la crisi, l'UNICEF ha sottolineato che la fornitura di questo bene attraverso gli operatori pubblici rimane la soluzione migliore e più conveniente.

Cisterne d鈥檃cqua e mancato intervento

La situazione dunque appare critica nel Paese, dove le famiglie libanesi non riescono più a garantirsi l鈥檃cquisto di cisterne d鈥檃cqua da collocare sui tetti per essere riempite, in questo clima si avverte, peraltro, una forte preoccupazione.
La rappresentante dell鈥橝VSI in Libano, Marina Molino racconta che, dalle elezioni di maggio, 鈥渘on sono state prese decisioni o attuati interventi chiari鈥. E aggiunge che 鈥渋n questi ultimi due anni - dopo l鈥檈splosione nel porto Beirut 鈥 c鈥è stata una diaspora鈥.

Ascolta l'intervista a Marina Molino

Aiuto umanitario non sufficiente e la 鈥淟audato si鈥

Anche nella di Papa Francesco si mette in luce la problematicità del reperimento dell鈥檃cqua. Oggi più che mai, le parole del Pontefice si possono applicare alla situazione critica che il Libano vive e dove la grave carenza di questa risorsa impatta negativamente sulla vita delle persone: molti, infatti, sono costretti a ricorrere all鈥檜tilizzo dell鈥檃cqua destinata ai campi agricoli, di dubbia qualità. Questo non fa altro che aumentare la disperazione nel Paese che non riesce a soddisfare un bisogno primario. 鈥淟鈥檃iuto umanitario in Libano - come sottolinea Marina Molino - riesce ad incidere solo in minima parte鈥. Nonostante si tratti di un diritto umano essenziale, fondamentale e universale non sono ancora arrivate, ribadisce Marina Molino, soluzioni concrete per tutelare gli abitanti in Libano. 鈥淔rustrazione, fatica e una grande sfiducia verso il futuro 鈥 sottolinea la rappresentante dell鈥橝VSI - è quello che sentiamo tutti i giorni鈥.

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25 luglio 2022, 11:03