SA国际传媒

Immigrazione. La strage dei rifugiati nel fiume Caledon

Si continua a morire alla frontiera tra Lesotho e Sudafrica. Drammatiche le condizioni di chi cerca di oltrepassare il confine. La denuncia di Suor Sekantsi (SACBC)

Davide Dionisi 鈥 Città del Vaticano

鈥淚l Caledon è diventato un abisso che inghiotte durante la stagione delle piogge i miei connazionali. Tentano di raggiungere a nuoto il Sudafrica alla ricerca di pascoli verdi e di fortuna. Con la diffusione del Covid la situazione è andata peggiorando e i morti annegati sono in sensibile aumento鈥. Ci troviamo alla frontiera con il Lesotho, dove il fiume Caledon attraversa la capitale Maseru, e per un tratto, delimita il confine con il Sudafrica. La denuncia degli eventi drammatici che stanno coinvolgendo soprattutto i Basotho, la popolazione bantu meridionale stanziata nei due paesi, arriva da Suor Clementine Sekantsi, religiosa che presta servizio nell'ufficio Migranti e Rifugiati della Conferenza Episcopale del Sudafrica (SACBC) a Johannesburg.

Sale il numero di morti annegati

鈥淣on abbiamo più notizie di tante persone che hanno cercato di attraversare la frontiera鈥 spiega Suor Sekantsi, rivelando che i rapporti delle forze dell鈥檕rdine parlano di morti annegati: 鈥淟鈥檜ltimo risale al 3 gennaio scorso. La polizia ha recuperato 7 corpi, ma è chiaro che le cifre sono ben più alte鈥. A loro, racconta, viene chiesto una sorta di doppio passaporto: 鈥淨uello tradizionale, e l鈥檃ltro cosiddetto Covid-19 che, in sostanza, certifica che non si ha il virus. Ma tutto questo è impossibile. Soprattutto per i più poveri鈥.

Tentativo di oltrepassare il Caledon
Tentativo di oltrepassare il Caledon

Blocco delle frontiere

Le tensioni alla frontiera non riguardano solo il Lesotho, ma anche lo Zimbabwe e il Mozambico. Si cerca di passare per tornare nei luoghi di lavoro o a casa dopo aver trascorso un periodo di vacanza con le famiglie nei loro paesi di origine. Altri tentano di fuggire da paesi al collasso economico o da aree dove la pandemia sta mietendo vittime. Chi è riuscito ad emigrare legalmente ha trascorso diversi giorni in coda prima di oltrepassare il confine, senza alcuna assistenza. La situazione si è ulteriormente aggravata all鈥檌ndomani della decisione del governo sudafricano di chiudere le frontiere fino al 15 febbraio. 鈥淨uesto costringerà a cercare vie illegali per fuggire. Non è un caso che gli arresti alla frontiera sono sensibilmente aumentati鈥 continua la religiosa.

La preoccupazione e l'appello dei vescovi

Preoccupazione è stata espressa dall鈥橝ssociazione dei Vescovi di Angola, Botswana, Eswatini, Lesotho, Mozambico, Namibia, Sud Africa, Sao Tome e Principe e Zimbabwe (Imbisa) che, attraverso una nota ufficiale, hanno denunciato la mancanza del rispetto delle norme igienico-sanitarie soprattutto nelle aree di confine: 鈥淐entinaia di persone senza mascherine, assembrate, disidratate ed affamate. Non possiamo rimanere passivi di fronte a questo scenario anche perché ognuno di loro lascia la propria terra per cercare protezione e un ambiente sicuro鈥 hanno scritto. 鈥淢olti sono tornati indietro perché non avevano i documenti in regola, ma in questi casi dobbiamo comprendere, accogliere e aiutare鈥.

La persona al centro

I presuli hanno poi invitato le autorità a 鈥渟ostenere i gruppi che intendono intraprendere un viaggio per attraversare il confine. Soprattutto in questo periodo di pandemia鈥. L鈥檃uspicio è quello della pronta riapertura delle frontiere al fine di assicurare il rientro dei lavoratori. Inoltre è necessario fornire mezzi di sostentamento a chi è in difficoltà: 鈥淚nnanzitutto porre la persona al centro. Non è pensabile di superare la crisi sanitaria senza un鈥檃ssistenza a misura d鈥檜omo鈥.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

Photogallery

Immigrati al confine con il Sudafrica
01 febbraio 2021, 12:53