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Migranti, al Festival dei Giornalisti la mano tesa dell鈥橭rdine di Malta

Al Festival dei Giornalisti del Mediterraneo, in corso ad Otranto fino al 7 settembre, al centro il rispetto della dignit脿 umana e l鈥檃ttenzione all鈥檃ltro, con la testimonianza sull鈥檕pera di soccorso in mare dei volontari del Sovrano Ordine di Malta. L鈥檃mbasciatore Cecchia: 鈥渃ondividiamo il dolore e cerchiamo di lenirlo鈥

Andrea Dammacco - Otranto

La sacralità della persona, i salvataggi e il rispetto delle dignità umane. Quest鈥檃nno il Festival dei Giornalisti del Mediterraneo di Otranto punta i riflettori sugli aspetti più intimi dei drammi dei migranti e che riempiono quotidianamente le pagine di cronaca. A portare la propria testimonianza al Festival è l鈥橭rdine di Malta con il workshop 鈥淚l Sovrano Ordine di Malta e il soccorso in mare: testimonianze, reportage, il coraggio dei volontari鈥. Gabriele Checchia, ambasciatore dell鈥橭rdine presso le Nazioni Unite, racconta l鈥檃zione di soccorso e assistenza nel Mediterraneo che l鈥檈nte ha sviluppato soprattutto in questi ultimi anni.

Soccorso e dignità di chi soffre in mare

鈥淟鈥檃zione dell鈥橭rdine di Malta è umana prima che umanitaria. Il cuore è la tutela e la protezione della persona, di chi soffre鈥. Con queste parole Checchia spiega che l鈥檃zione del Cisom, il Corpo Italiano di Soccorso dell鈥橭rdine di Malta, è evangelica, cristiana e che pone al centro l鈥檜omo e la sua dignità. 鈥淐ondividere il dolore e cercare di lenirlo: questa è l鈥檃zione 鈥 chiarisce - che negli ultimi anni si è sviluppata nel Mediterraneo a fronte delle drammatiche crisi migratorie. C鈥è tanta gente che soffre e l鈥橭rdine non può rimanere insensibile alla sofferenza鈥.

Protagonisti discreti nel Mediterraneo

I volontari dell鈥橭rdine rimangono anche per giorni a bordo delle motovedette della Guardia Costiera, e devono affrontare le difficoltà, logistiche ed emotive, del soccorso in mare. Ai migranti che a fatica navigano su barconi precari offrono primo soccorso ma soprattutto portano la loro generosità. Nel racconto dei volontari presenti al Festival di Otranto, traspare tutto il desiderio di restituire anche un solo sguardo o una mano tesa a chi rischia di perdere tutto, anche la vita. Lo fanno con discrezione e coraggio: 鈥淟a gente non sa chi c鈥è a bordo delle motovedette, cosa fanno e perché 鈥 raccontano i volontari 鈥 ma non importa, noi siamo lì. Non importa chi soccorriamo, per noi la sofferenza non ha nazione o religione. E il nostro compito è quello di dare tutto noi stessi per portare loro un sollievo鈥.

La mostra fotografica dei progetti medico-sociali

Le cronache raccontano quotidianamente le tragedie del mare. Orrori che partono da lontano, fin dai paesi d鈥檕rigine dei migranti, costretti a lasciare tutto nella speranza di una vita senza violenza. 鈥淐鈥è da parte dell鈥橭rdine un鈥檃ttenzione forte alle tragedie nel Mar Mediterraneo e alle dinamiche dell鈥橝frica, dalla zona sub-sahariana a salire鈥, prosegue l鈥檃mbasciatore Checchia. Attenzione documentata anche nella mostra fotografica allestita ad Otranto, che illustra i progetti medico-sociali dell鈥橭rdine di Malta che pongono al centro la sacralità della persona e la salvaguardia della vita umana. 鈥淚n questa mostra vogliamo far vedere come da parte nostra ci sia una forte lotta al traffico di esseri umani. Ne hanno parlato il Grande Ospedaliere e il Grande Cancelliere dell鈥橭rdine seguendo gli insegnamenti e i moniti del Pontefice. L鈥橭rdine interviene laddove vi sia un nostro simile che soffre e che ha bisogno di aiuto. Questa è la missione dell鈥橭rdine. Pennac scriveva 鈥榰n nome non significa nulla finché non se ne conosce la storia鈥. Così le migliaia di nostri volontari sono spinti dall鈥檃ttenzione all鈥檌ndividuo: bambini, uomini e donne鈥.

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05 settembre 2019, 18:30