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La facciata della chiesa di Santa Anastasia La facciata della chiesa di Santa Anastasia 

La chiesa stazionale di Santa Anastasia, la martire "cosmica"

Nel marted矛 della prima settimana di Quaresima, la messa delle 18.00 viene celebrata nella chiesa intitolata alla santa uccisa sotto Diocleziano. Da qui in origine si avviava la processione verso la basilica di Santa Sabina

Maria Milvia Morciano - Città del Vaticano

Rispetto all鈥檃ttuale percorso che parte dalla basilica di Sant鈥橝nselmo, il tratto di strada era più lungo. Ma era dalla basilica di Sant'Anastasia che si dipandava in origine la processione penitenziale del Papa verso l'approdo di Santa Sabina. Per questo motivo qui vi era anche il deposito delle varie croci e insegne degli ecclesiastici che servivano alla cerimonia.

Un culto antichissimo tra Oriente e Occidente

Nata sui resti di epoca anteriore, già dall鈥檈tà repubblicana, appartenenti a un portico, edifici privati e a botteghe che si affacciavano sul Circo Massimo, la chiesa sorge sulla discesa del Palatino e appare fin dal IV secolo come titululs Anastasiae, con riferimento alla Risurrezione in greco piuttosto che alla santa, il cui nome appare per la prima volta nel Sinodo del 499.

La chiesa subì numerosi restauri, tra i quali i più importanti furono sotto Papa Sisto IV, nella seconda metà del XV secolo, e quello alla facciata distrutta da una tromba d鈥檃ria ad opera dell鈥檃rchitetto Luigi Arrigucci nel XVII secolo.

Numerosi i restauri e i rifacimenti, il più importante dei quali fu effettuato sotto il pontificato di Sisto IV (1471-84) e quello del XVII secolo per la facciata distrutta dalla tromba d鈥檃ria, rifatta a mattoni, scandita da lesene e inquadrata tra due campanili gemelli.

La  Pontificia Accademia Cultorum Martyrum ha ripristinato da tempo  la Messa dell鈥橝urora nel giorno della Natività del Signore per ricordare l鈥檃ntica consuetudine della celebrazione eucaristica presieduta dal Pontefice nelle prime ore dell鈥檃lba.

Nella chiesa aperta giorno e notte, dal 2001 si svolge una staffetta di volontari per l鈥橝dorazione eucaristica perpetua, tuttora in svolgimento.

© Janusz Rosikon/Rosikon Press/ Le Chiese Stazionali di Roma
© Janusz Rosikon/Rosikon Press/ Le Chiese Stazionali di Roma

Santa Anastasia, simbolo di pace

Il corpo di Anastasia riposa sotto l鈥檃ltare maggiore, opera degli scultori Francesco Aprile ed Ercole Ferrata, noti il primo per aver, tra le varie, partecipato alle decorazioni della Cappella della Sacra Sindone di Torino, il secondo per essere un valido collaboratore del Bernini in Roma. È una santa martire vissuta nel IV secolo, che dopo la morte del marito si trasferì a Sirmio nell鈥橧lliria, attuale Serbia, dove si dedicò ai cristiani perseguitati, soprattutto carcerati. Fu martirizzata il 25 dicembre del 304 sotto Diocleziano.
La santa è molto venerata nelle provincie romane orientali, culto diffuso in tutta l鈥橢uropa, soprattutto ad opera dei benedettini. Innalzata al rango di grande martire e inserita nella seconda lista dei nominati durante la celebrazione eucaristica nel Canone romano e in quello ambrosiano.

Anche se dopo lo Scisma d'Oriente la devozione per Anastasia perse d鈥檌mportanza, fu scelta comunque come simbolo della missione 鈥淪anta Anastasia 鈥 una speranza per la pace鈥 e le due icone, l鈥檜na occidentale l鈥檃ltra orientale, spedite sulla stazione spaziale MIR, come simbolo di riconciliazione dei popoli balcanici. Le immagini devozionali furono anche benedette da Giovanni Paolo II, dal Patriarca ortodosso di Mosca Alessio II e dal Patriarca ortodosso di Serbia Pavle. 

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23 febbraio 2021, 09:00