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Ep. 238 - Papale papale -"Amicizia"

Benedetto XVI,

“Non più servi ma amici”: in questa parola è racchiuso l’intero programma di una vita sacerdotale. Che cosa è veramente l’amicizia? Idem velle, idem nolle – volere le stesse cose e non volere le stesse cose, dicevano gli antichi. L’amicizia è una comunione del pensare e del volere. Il Signore ci dice la stessa cosa con grande insistenza: “Conosco i miei e i miei conoscono me” (cfr Gv 10,14). Il Pastore chiama i suoi per nome (cfr Gv 10,3). Egli mi conosce per nome. Non sono un qualsiasi essere anonimo nell’infinità dell’universo. Mi conosce in modo del tutto personale. Ed io, conosco Lui? L’amicizia che Egli mi dona può solo significare che anch’io cerchi di conoscere sempre meglio Lui; che io, nella Scrittura, nei Sacramenti, nell’incontro della preghiera, nella comunione dei Santi, nelle persone che si avvicinano a me e che Egli mi manda, cerchi di conoscere sempre di più Lui stesso. L’amicizia non è soltanto conoscenza, è soprattutto comunione del volere.

Paolo VI,

Ma che cos’è l’amicizia? È questo un tema che si presta a molteplici considerazioni, come dimostra l’interesse che tanti scrittori fin dall’antichità gli hanno riservato. Potremmo ricordare, ad esempio, il famoso oratore romano Cicerone, che al «de amicitia» dedicò un trattato. Per lui il primo presupposto è che non si dà amicizia se non tra buoni, ed essa stessa «non è altro che un accordo perfetto su tutte le cose divine ed umane, accompagnato da benevolenza e da amore». Accanto a questo alto esempio di sapienza pagana, come dimenticare tuttavia la superiore sapienza, che è inerente ed immanente alla Parola ispirata di Dio? Accenniamo almeno alle affermazioni luminose del Siracide sulla «preziosità» dell’amico fedele (Cfr. Eccli. 6, 14-16). Poi, dobbiamo ricordare il «comandamento nuovo» di Gesù, che trasforma e sublima l’amicizia in amore fraterno, in quanto ci impegna ad amarci gli uni gli altri com’Egli stesso ci ha amati (Cfr. Io. 13, 34).

Giovanni Paolo II,

Amicizia con chi? Con Gesù e poi tra tutti i ragazzi dell’Azione cattolica e con tutti gli altri. Il vostro “Alleluia” canta così: “Fratello vieni insieme a noi / un mondo nuovo a costruire / Cristo Gesù con noi sarà / e il nostro cuore arderà”.

Ecco, cari ragazzi, siete in tanti, ma tutti insieme - il Papa con voi - saremo “una cosa sola”, come vuole Gesù. Per essere una cosa sola non serve essere tutti uguali, avere le stesse doti umane, la stessa ricchezza. Basta condividere la stessa fede in Gesù Cristo e lavorare tutti insieme con lui e per lui, ed essere tutti suoi discepoli.

Ora, Gesù, ha rivelato il piano di salvezza del Padre Celeste per l’umanità intera e per ciascuno di noi. Mentre il vostro “piano di amicizia” vuol farvi incontrare con Gesù; Gesù vuol farvi incontrare, a sua volta, col Padre Celeste, col suo piano di salvezza.

Francesco,

Grazie, grazie per questo che fate, per la partita di oggi, grazie perché dite: “Vogliamo la pace”, in un mondo che sempre cerca delle guerre e delle distruzioni. Grazie

E grazie per dirci che è più importante, più importante un pallone di straccio, con la gratuità del gioco, che la conquista di un territorio con le guerre, quello non va. (...) Voglio benedire tutti voi, le vostre famiglie, il vostro cuore: che sia un cuore libero, un cuore che vada avanti nella costruzione dell’amicizia. Il mondo ha bisogno dell’amicizia, della gratuità.

21 agosto 2024