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Speciale "Le chiavi di Pietro" - dieci anni di pontificato - "Clericalismo" e "Mondialità" (Walter Capriotti) Speciale "Le chiavi di Pietro" - dieci anni di pontificato - "Clericalismo" e "Mondialità" (Walter Capriotti)  

Ep. 20 - Le chiavi di Pietro - speciale 10 anni di Francesco - "Clericalismo" e "Mondanità"

Tutto il magistero di Papa Francesco può essere riletto come una sfida al clericalismo, all’atteggiamento del credente che si concentra sul segno, l’istituzione, e dimentica Cristo. Il clericale, chierico o laico che sia, vuole una Chiesa dove comandi solo il clero, rigida e legalista. La Chiesa “in uscita” di Francesco segue invece un percorso in antitesi rispetto a questa “autoreferenzialità”.  Una Chiesa Sinodale che promuova la cultura della cura e la compassione verso i deboli non deve cadere in questa trappola.

“Il clericalismo è un rischio a cui tutti siamo esposti, che siano preti o che siamo laici o laiche. E si manifesta in forme a volte tanto subdole, perché si traveste anche da autentica religiosità”, spiega Assunta Steccanella, teologa pastoralista. “Si tratta di un'aurea sacrale che fa sì che il ministero ordinato sia compreso come espressione di un potere di origine divina. E questa idea di essere depositari di un potere di origine divina è la radice di ogni abuso, che sia un abuso fisico o spirituale”. “Ricordiamo tutti l'impressione che abbiamo avuto quando Papa Francesco dieci anni fa si è affacciato alla Loggia di San Pietro”, aggiunge fratel MichaelDavide Semeraro, monaco benedettino. “Papa Francesco si è presentato in bianco con la sua semplice croce pettorale di sempre, chiedendo al popolo di benedirlo. Ebbene, da quel momento la Chiesa è entrata in ciò che Papa Francesco continuamente chiama un processo di conversione dalla mondanità, dalla mondanità spirituale e dal clericalismo”.

“Mi sembra che l'essenza della mondanità di cui parla Francesco, il maquillage, il negoziare tutto, ma anche la rigidità per apparire il più bravo e rigoroso di tutti, sia qui: nell’accumulare ricchezze e notorietà. Mi esalto per il prestigio che acquisto e mando in rovina qualcuno”, riflette Riccardo Cristiano, vaticanista e scrittore. “Il credere in tanti che posso farcela solo facendo affidamento su me stesso e basta, migliore degli altri perché so quel che so e non ho bisogno di altro o di altri, mi ha fatto sempre provare una partecipazione a questo invito a liberarci della mondanità per quel che possiamo”. “Con Francesco la Chiesa ha cominciato un cammino di conversione per una fedeltà, una fedeltà nuova, adatta ai tempi che viviamo, per essere fedeli al Vangelo ed essere segno in mezzo all'umanità di speranza”, commenta ancora fratel MichaelDavide Semeraro, monaco benedettino. “Tutto questo esige una spogliazione, esige una rinuncia, esige uscire da tutte quelle tentazioni di mondanità spirituale che sono le peggiori, vale a dire usare la religione, il sacro e talora persino i sacramenti per il proprio potere, per i propri privilegi”.

Ringraziamo per la collaborazione i fotografi dell'Osservatore Romano: Simone Risoluti,  Francesco Sforza e Mario Tomasetti.

Sono citati in questo episodio:

Papa Francesco

Con la collaborazione dell'Archivio Editoriale Multimediale - Radio Vaticana

13 marzo 2023